Come ha influito la pandemia sulla natalità e sulle nuove generazioni? Un rapporto del dipartimento della famiglia cerca di spiegarlo

Dalle varie ricerche svolte nel contesto italiano e internazionale emerge anche, in senso positivo, un generale rafforzamento del legame tra padri e figli, mentre sul versante negativo va segnalato un inasprimento dello stress e del disagio emotivo…”

 L’impatto della pandemia di Covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioniè questo il titolo del secondo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19”,pubblicato sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia QUI

Obiettivo dello studio: “monitorare e analizzare l’impatto della crisi sanitaria sulla demografia italiana, con particolare riguardo alle conseguenze sulle nascite, la realizzazione dei progetti di vita da parte dei giovani e la condizione di benessere delle famiglie con minorenni”.

Nell’abstract del rapporto QUI viene evidenziato come emerga “nel complesso una conferma dell’impatto negativo sulla condizione dei giovani e sulle nascite che rischia di inasprire ulteriormente squilibri e diseguaglianze”.

I dati presentati in questo rapporto – si legge nell’abstract- evidenziano come gli effetti della pandemia abbiano accelerato la tendenza al declino della popolazione già in atto dal 2015. Nel 2020 il saldo naturale è stato di -335 mila, il peggiore nel Secondo dopoguerraL’impatto sulle nascite nel 2020 è però limitato ai mesi di novembre e dicembre (che corrispondono ai concepimenti nei primi mesi del lockdown)L’impatto della prima ondata mostra però la punta peggiore a gennaio (-13,6%). Una ripresa inizia a vedersi a marzo 2021 che risulta sia modesta che di breve durata[…]

Inoltre

Dalle varie ricerche svolte nel contesto italiano e internazionale emerge anche, in senso positivo, un generale rafforzamento del legame tra padri e figli, mentre sul versante negativo va segnalato un inasprimento dello stress e del disagio emotivo, che sembra aver colpito più le donne, i giovani e chi è in condizione lavorativa più precaria, a conferma di un impatto che si sovrappone a fragilità preesistenti accentuando disuguaglianze generazionali, di genere e territoriali […]”