16 giugno: Giornata del Bambino Africano. Ai.Bi. ricorda i milioni di minori senza famiglia

E’ il Sudafrica lo Stato che in questi giorni diventa simbolo sia della competizione sportiva che della lotta per i diritti civili. E’ qui infatti che si gioca la celeberrima “Confederation Cup 2009”, competizione che anticipa i Mondiali 2010. E’ sempre qui che trova origine la Giornata del Bambino Africano, oggi celebrata in tutto il Continente.
Era il 16 giugno 1976; diecimila bambini e adolescenti di Soweto decisero di scendere in piazza per protestare pacificamente contro la scarsa qualità della loro istruzione e contro l’Apartheid.
La polizia aprì il fuoco, uccidendo centinaia di bambini. La fotografia del corpo inerte del tredicenne Pieterson divenne simbolo della violenza perpetrata dalla polizia.

Per questo ogni anno dal 1991 l’Unione Africana, l’Organizzazione sovranazionale che riunisce i Paesi del continente, ha deciso di celebrare la Giornata del Bambino Africano.

Quest’anno il tema scelto dai rappresentanti dell’Unione Africana è lo “sviluppo di una strategia politica capace di garantire realmente i diritti dei bambini”, ad oggi disattesi; il diritto all’identità, alla salute, all’educazione, alla famiglia sono tutti principi rimasti solo sulla carta.

Stiamo lavorando su una nuova politica nazionale per l’infanzia in Kenya. La forza e il futuro della nostra nazione è in questi bambini. Se oggi non ci curiamo di loro, non avremo futuro” ha dichiarato il Ministro per l’Infanzia e lo Sviluppo sociale del Kenya, Esther Murugi al quotidiano kenyota “Daily Nation”.

Anche dal Ministro della Sanità, Beth Mugo, sono arrivate dichiarazioni sulla necessità di intervenire sui minori: “i diritti fondamentali dei bambini sono sanciti nella Convenzione dei Diritti del Fanciullo, nella Carta Africana per Diritti e il benessere del Bambino, nonché nel Children Act 2001, ma i primi responsabili nel garantire i loro diritti sono Governo e genitori.”

Ai.Bi. si unisce all’appello dei Ministri per ricordare l’importanza di una tutela reale dei diritti fondamentali del minore, in primis quello alla famiglia. In Kenya, Paese in cui opera Ai.Bi., sono quasi due milioni e mezzo gli orfani; negli ultimi anni il numero dei bambini rimasti senza famiglia è aumentato notevolmente ( nel 1998 erano 1,4 milioni). Un terzo di loro ha un’età compresa tra zero e cinque anni di età. Un esercito di innocenti, costretti a pagare sulla propria pelle ogni male che affligge l’area: conflitti, carestie, Aids.

Anche nella Repubblica Democratica del Congo, altro Paese in cui opera Ai.Bi., la situazione è drammatica: nel clima di terrore e caos della guerra che colpisce il Paese da anni, molti bambini sono stati separati dalle loro famiglie, altri sono stati abbandonati nei centri o per le strade dei villaggi. Si stimano più di 4 milioni gli orfani.
“I dati dei minori in Africa sono allarmanti e impongono una riflessione. – ha detto Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Ci auguriamo per questo che il diritto alla famiglia di così tanti bambini abbandonati sia garantito.”