Alessandria: 60 bambini ‘abbandonati’ in un convitto fuorilegge. Il Tribunale valuterà se sono adottabili

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Cabella Ligure. Palazzo Doria, di proprietà della comunità Sahaja Yoga

Sessanta bambini benestanti erano ospitati in “condizioni di degrado” in una scuola- comunità abusiva nel comune di Cabella Ligure, provincia di Alessandria. La scoperta ‘ufficiale’ della comunità, nota nei dintorni e sul web, è arrivata dopo la denuncia effettuata dal padre di un bimbo tedesco, portato lì dalla madre.

Sotto accusa per abbandono di minori sono finite tante famiglie benestanti: una dozzina quelle italiane, più altre francesi, svizzere, austriache, romene, inglesi, finlandesi e tedesche. Molti genitori sono professionisti, giornalisti, registi, cantanti, funzionari delle Nazioni Unite, tutti seguaci dello Sahaja yoga  che hanno voluto che questo metodo di meditazione fosse al centro dell’educazione dei figli. Per questo pagavano una retta di 6.250 euro all’anno, integrati con i contributi della Sahaja World Foundation.

«Contestiamo e rifiutiamo qualunque rilievo che la procura avanza dal punto di vista del profilo educativo. In particolare non accettiamo che si parli di maltrattamenti». Così l’avvocato Stefano Campanello, che tutela la Comunità di Cabella Ligure. Intervista dal quotidiano La Repubblica, Annamaria Baldelli, procuratore dei minori di Torino, spiega: “Per quanto certi genitori possano aver agito in buona fede, non potevano non accorgersi della situazione di degrado in cui vivevano i bambini”. Qualche dettaglio? Il termostato era regolato su 14 gradi e mezzo, camerate e corridoi erano sporchi, qualche bambino aveva le mani screpolate dal freddo. Per l’avvocato che difende la comunità, era in atto un corso di prevenzione, e le mani venivano lavate spesso. Il sapone forse un po’ aggressivo era stato già sostituito.

Al momento il Convitto di Cabella Ligure è chiuso: il sindaco di questo paesino di 580 abitanti ha firmato il provvedimento amministrativo, motivandolo con il fatto che la struttura accoglieva un numero di bambini superiore a quello consentito.

In verità l’ispezione disposta dalla Procura, ha accertato che sia la scuola sia il convitto sorgevano in strutture prive di autorizzazioni edilizie, sanitarie, impiantistiche. Inoltre erano assenti educatori con specifici titoli di studio, come previsto dalla normativa.

I bambini nel frattempo sono tutti tornati nelle famiglie in Italia ma anche all’estero. Ora il tribunale valuterà caso per caso se possa sussistere l’abbandono di minore e quindi aprire le procedure di adottabilità.

fonte: La Repubblica