Riforma della Scuola. Ferriti (Care): “Noi famiglie rischiamo di essere sentite, ma non ascoltate”

scuolaPiù volontariato e più attenzione agli alunni adottati, in affido o in comunità. Queste le richieste del Care (Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete) al premier Renzi in ottica di riforma della scuola. Giovedì 14 maggio, la presidente del Care Monya Ferritti ha partecipato al tavolo di confronto tra il governo e le associazioni di genitori per discutere il disegno di legge 2994, noto come “La Buona Scuola”.

In occasione dell’incontro, Ferritti ha presentato le istanze delle associazioni che rappresenta. Innanzitutto, una maggiore attenzione all’inclusività dei cosiddetti alunni “non standard” – adottati, in affido o collocati presso comunità per minori – e l’inserimento nella legge di riforma della scuola di un riferimento alle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati. Direttive, queste, presentate dallo stesso Care insieme al ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca a dicembre 2014. Inoltre, il coordinamento ha chiesto “il riordino dei cicli scolastici” e che “il 5 per mille destinato alle scuole abbia un suo fondo, ma anche una firma distinta da quella del 5 per mille ‘normale’”. Due i punti, in particolare, su cui tutte le associazioni del Care si sono trovate d’accordo: una promozione più esplicita e incisiva del volontariato a scuola e il riconoscimento di permessi retribuiti ai genitori eletti negli organi collegiali della scuola.

Tutte proposte davanti alle quali, secondo Monya Ferritti, il governo avrebbe annuito, dimostrando quindi di avere “ben presente il nodo”.

La presenza del Care al tavolo di confronto con il governo è anche una possibile risposta alla sonora bocciatura del ddl 2994 espressa nella mattinata dello stesso 14 maggio dalle associazioni studentesche. Noi genitori valutiamo il ddl dal punto di vista delle famiglie – afferma Ferritti –, non sindacale, e pensiamo che la scuola debba fare dei passi avanti, benché indubbiamente il ddl possa essere migliorato. Certo se i tempi restano quelli indicati sarà difficile vedere inserite le modifiche che abbiamo richiesto. Rischiamo di essere stati sentiti, ma non ascoltati”.

Al di là di questa nota critica, l’incontro tra esecutivo e rappresentanti delle famiglie viene comunque definito un’occasione “di utile confronto”.

 

Fonte: Vita