Nepal. Inondazioni, fiumi straripati e interi villaggi distrutti dalle piogge torrenziali. Si cerca riparo sui tetti delle case e delle auto

inondazioni 1Decine di migliaia di persone hanno visto la loro casa schiacciata o danneggiata al punto da non essere più sicuro rientrarci e ora sono arrivati loro: i terribili e temibili Monsoni. Da questa mattina in Nepal piove interrottamente, i fiumi stanno straripando e le strade (già ridotte a seguito dei terremoti in cumuli di macerie) non esistono più: sono dei torrenti. I villaggi, già ridotti dalle scosse del 25 maggio e del 12 giugno, in accampamenti di tende di emergenza, sono stati travolti dall’acqua e dalle colline circostanti che si sono letteralmente “sciolte” per le piogge.

Come temuto, dunque, sono arrivati i monsoni e con queste le piogge torrenziali che in un Paese già duramente messo alla prova dalle scosse, vuol dire altra distruzione e morti. Il terreno, infatti, non tiene e le colline e le montagne si trasformano in vere e proprie colate di fango che invadono i villaggi vicini.

Le immagini che arrivano da Katmandu e dai villaggi vicini ritraggono persone stremate che cercano la salvezza in ripari di emergenza, sui tetti delle macchine o delle case miracolosamente rimaste in piedi o che cercano di scappare su mezzi di trasporto con l’acqua che arriva da tutte le parti: dal cielo con le piogge e dalla strada con i fiumi che hanno rotto gli argini e avanzano minacciosamente.

Solo qualche giorno fa, un campanello di allarme era arrivato da Taplejung, dove  la frana innescata dalle incessanti piogge ha causato la morte di 53 persone: molti sono gli scomparsi. L’intera area di Liwang, Thokling, Thinglabu e Lingket è stata letteralmente inghiottita dalla colata di fango. Il numero delle vittime potrebbe continuare a salire.

“La pioggia e le inondazioni stanno, inoltre, ostacolando i soccorsi – come riferisce la polizia locale – Un elicottero del Nepalese Army, decollato da Kathmandu non è stato in grado di raggiungere il villaggio a causa del maltempo”.

Ad essere difficili sono anche i soccorsi via terra: la frana in Myankha ha ostruito l’autostrada Mechi.

Non sembra esserci pace, dunque, per il Nepal: la strada per la rinascita e il ritorno alla normalità è sempre più in salita e la popolazione deve costantemente difendersi dalle scosse, i monsoni e la povertà. Il 12 giugno, infatti, una nuova scossa di magnitudo 5.3 ha colpito il Paese, nel distretto Sindhupalchowk, (65 km al largo di Kathmandu): l’ennesimo assestamento dopo il terribile terremoto del 25 aprile provocando 9mila vittime. Da allora – è trascorso oltre un mese e mezzo – non c’è giorno che gli abitanti del Nepal non sentano 3 o 4 piccole scosse di assestamento.

Ecco perché questa gente, mamme e bambini in primo luogo, continuano ad avere bisogno del tuo aiuto. Chiama il numero verde per le donazioni 800224455 grazie alle quali  gli operatori Ai.Bi. in Nepal potranno distribuire kit di sopravvivenza, igienico sanitari, allestire tende e spazi sicuri. Oppure visita la pagina dedicata alla campagna “Terremoto Nepal” e scopri come puoi essere d’aiuto ai bambini nepalesi.

C’è anche una cronica mancanza di alloggi adeguati. Il terremoto di magnitudo 7.8 e una serie di potenti scosse di assestamento hanno danneggiato fino al 90% di case in alcune aree. Le famiglie vivono sotto teloni e materiali recuperati tra le macerie. Ricordiamo che il  Nepal è uno dei paesi più poveri del mondo e non è attrezzato per affrontare da solo questa crisi.