“Adozioni e matrimoni gay? La maggioranza degli italiani è nettamente contraria”

famigliaQuasi la totalità degli italiani, intervistati da Ipr Marketing, è contro l’estensione delle adozioni ai gay (ben l’85% si oppone nettamente) e solo il 38% è favorevole ai matrimoni tra omosessuali. Dati che confermano il pensiero degli italiani, single, coppie e famiglie, che non sono soltanto quelli scesi in piazza in occasione del Family day (il 20 giugno scorso) nell’oceanica manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma. Ma si tratta di un campione molto più esteso che attraversa da Nord a Sud l’intero Stivale e che in coro e all’unanimità dice di “no, grazie”, affilando voce e armi a difesa della famiglia.

Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine realizzata da Ipr Marketing per “Il Mattino” pubblicati il 29 giugno 2015

I risultati dell’indagine, come si legge nel report stesso, non vogliono però dire che la nostra Penisola sia omofoba: a dimostrarlo sono sempre i dati che ci vengono in aiuto con i loro indiscutibili numeri. La nostra società, infatti, si dichiara assolutamente favorevole all’accoglienza degli omosessuali, anche da parte della Chiesa. E qua l’indagine va a sfatare anche a leggende “urbane”: il Sud non è più “chiuso” o atavico del Nord, ma in entrambe le macroaree dell’Italia la percentuale di quanti chiedono anche alla Chiesa di accogliere i gay è esattamente uguale (65%).

Insomma il referendum irlandese, di fine maggio, non sembra avere scosso più di tanto i nostri connazionali che continuano a volere difendere il valore della famiglia e del matrimonio, fedeli a questi principi e orgogliosi nel rivendicarlo: solo l’uomo e donna possono  unirsi nel sacro vincolo del matrimonio e formare un nucleo familiare con i figli biologici e/o ricorrendo all’adozione.

Altro dato importante è il divieto assoluto che pongono gli italiani alla possibilità dell’insegnamento della teoria del gender nelle scuole “educando alle differenze”. Oltre la metà degli intervistati (il 55%), infatti, è contrario mentre solo il 30% è favorevole. Insomma le varie versioni secondo cui ci sarebbe un’ “indipendenza” del “genere” considerato un dato culturale (maschio, femmina o altro) rispetto al “sesso” biologico e legato all’anatomia e il diritto a scegliere liberamente il proprio genere.

Tutti questi sono dati che non si possono non tenere in considerazione soprattutto alla luce del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Questo disegno di legge prevede, tra le altre cose, le adozioni, nel caso della “stepchild adoption” del figlio naturale o adottivo del partner da parte dell’altro convivente. La parola, ora, passa alla politica: può ignorare le piazze e i sondaggi per fare contenti pochi sparuti che, rispondendo ad alte logiche, si incaponiscono a portare avanti disegni di legge che non rispecchiano la volontà di un Paese intero? Del resto la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che nessuno stato europeo è obbligato a riconoscere le unioni omosessuali.