Vite in frantumi: l’eterologa raccontata da chi è nato in provetta

eterologa 400 286 defL’eterologa vista da adulti nati in provetta. Il giornale inglese Daily Mail ha intervistato tre donne, concepite grazie a un donatore di sperma anonimo. Per nessuna di loro la scoperta è stata indolore.

Joanna Rose ricorda ancora il giorno i cui trovò quello che fino ad allora aveva semplicemente chiamato ‘papà’, un ematologo molto apprezzato che singhiozzava sul divano. Lo abbracciò e l’uomo la portò a fare una passeggiata nel parco, e le disse senza troppi giri di parole che lui non era suo padre. La donna ricorda: “ Per me a quell’età non fu semplice capire il senso di quella rivelazione”. Però in lei cominciò a insinuarsi il senso di colpa. A suo padre ripeteva: «Non preoccuparti, sei l’unico padre che conosco e ti voglio bene».  Ma il trauma di Joanna è profondo. Adesso a  42 anni d’età, riflette che lei aveva sempre percepito inconsciamente che nella sua famiglia mancasse qualcosa, dato che il padre «aveva un atteggiamento ambivalente: una volta entusiasta, un’altra freddo».

Anche Christine Whipp, oggi sessantenne, è nata da un donatore di sperma perché suo padre era sterile. Lo scoprì solo a 40 anni e allora capì perché «avevo dubbi assillanti sulla mia identità fin da quando ero piccola. Ho sempre percepito che mia madre non mi sopportasse. Penso che tutta la mia esistenza sia stata un continuo promemoria [per i miei genitori] del fatto che le cose non fossero andate in modo normale».

Christine, che oggi è «arrabbiata» per tutte le menzogne che le sono state raccontate per anni, sottolinea un paradosso del mercato che produce bambini in provetta: «Quando senti di un bambino che perde il padre in un incidente o in guerra, pensi: “È terribile, crescerà senza conoscere suo papà”. Ma quando questa situazione viene architettata deliberatamente attraverso il concepimento con eterologa, parlano di “costruzione moderna di famiglia”.

Infine Emma Cresswell, inglese di 27 anni, scoprì a 19 anni la verità su di sé, nata insieme ad altri due gemelli «Non sono tuo papà», si sentì dire dall’uomo che l’aveva cresciuta, durante una discussione accesa con lui. Anche Emma sottolinea che «guardando indietro, comprese le ragioni dell’assenza dell’uomo nella loro vita: era stato assente dalle fin da quando i tre fratellini avevano 13 anni e si dimenticava i nostri compleanni». Emma reagì in modo forte: decise di cambiare cognome e prendere quello della madre.

Nel Regno Unito, stando ai dati del quotidiano londinese, sono 44mila i bambini nati in provetta attraverso la fecondazione eterologa da genitori che forse non si sono mai davvero messi nei panni dei loro figli. Rachel Andrews, psicologa della famiglia, confida: «C’è molta frenesia riguardo al tema di come le persone possono avere figli, ma è solo più tardi che si arriva a scoprire ciò che questo processo significa davvero per i figli».

fonte: Tempi