Brasile. Accoglie in casa una bambina di 6 anni, dopo cinque anni la restituisce all’istituto. Condannata la madre adottiva

brasileAccolta in una famiglia e poi restituita dopo cinque anni all’istituto. E’ successo a una bimba che presa in affido da una donna, procuratore federale, all’età di sei anni, è stata poi restituita all’istituto per “comportamento ribelle”. La Giustizia del Distretto Federale ha condannato la donna a indennizzare con 100.000 reais la ragazza, riconoscendo alla minorenne che ormai ha 12 anni, danni morali con tanto di rivalutazione monetaria e interessi. La signora potrà ricorrere in appello.

Secondo la querela, la ragazza e sua sorella erano state portate in istituto dopo la morte della loro madre biologica. La ragazza era stata accolta in casa dal procuratore federale, che ora ha 76 anni, e portata a Salvador, in Bahia. Mentre la sorella era stata adottata dal figlio del procuratore.

La donna chiamata in giudizio, secondo la Corte, ha dichiarato che la scelta di adottare l’orfana era per permetterle di vivere con sua sorella, ma dopo cinque anni insieme, ha chiesto la revoca della custodia a causa del “comportamento ribelle” della ragazza. Il procuratore ha affermato che la ragazza avrebbe cercato di aggredire lei e la sorella e che stava praticando piccoli reati, fatti che hanno portato il figlio a chiedere che la ragazza fosse allontanata dalla casa. La donna ha sottolineato anche l’impedimento a prendersi cura della ragazza a causa della sua età e delle precarie condizioni di salute.

La difesa della ragazza sostiene che il ritorno della stessa in istituto le ha causato danni emotivi, dal momento che si è vista rifiutata alla donna, con la quale aveva una relazione simile a quella esistente tra mamma  e figlia. Inoltre aver trascorso cinque anni in casa della donna ha di fatto negato alla bambina la possibilità di essere adottata da un’altra famiglia.

Il giudice della 19ª Sezione del Tribunale Civile di Brasilia ha accolto la richiesta di riconoscere alla ragazza i danni morali, ma ha negato il risarcimento per danni materiali. Per il magistrato, la donna ha agito in modo “legittimo e altruista”, ma “non prudente” visto che ha lasciato credere alla bambina che sarebbe stata adottata e avrebbe fatto  parte di una nuova famiglia.

Di qui la conclusione del giudice: “La sensazione di abbandono, di disprezzo, la solitudine, l’angoscia che la ragazza ha affrontato a dodici anni di età, è un’ offesa che, con tutte le evidenze, non ha bisogno di alcun tipo di prova”. Perciò anche in considerazione del lavoro della donna, è stato stabilito un risarcimento consistente pari a circa 34mila euro. Una cifra tutt’altro che irrilevante in Brasile.