In estate ascoltate e giocate di più con i vostri bambini: così non faranno capricci

mamme_bambini_giocoLe agognate vacanze sono ormai arrivate. Ma come evitare che si trasformino in un girone infernale tra pianti, urla e scatti d’ira dei propri figli? Per Roberta Cavallo e Antonio Panarese (autori del libro “Smettila di fare i capricci”) il segreto è evitare urla o sgridate a favore dell’empatia.

I motivi possono essere numerosi – spiegano – e dipendono dal temperamento del bambino, dai suoi bisogni, dal vissuto familiare. Spesso sono dovuti alla mancanza di attenzioni  nel tempo che trascorriamo con i bambini: siamo stanchi, distratti, pretendiamo da loro cose difficili per l’età che hanno, passiamo il tempo a spiegare quello che possono o non possono fare, come devono o non devono essere e ci dimentichiamo di lasciarli esprimere”.

Altre volte, può esserci un’altra verità: i bambini non si sentono ascoltati – precisano – e reagiscono ai nostri no troppo duri, alle nostre regole ferree per farci capire che loro vogliono imparare le regole e essere guidati da mamma e papà, ma hanno bisogno di una modalità più empatica e dolce”.

Inoltre per Cavallo e Panarese “se spesso il bambino viene paragonato ai fratelli, alle sorelle, ai cuginetti o agli amichetti, non si sente compreso, valorizzato nella sua natura unica. In questo modo accumula molta tensione nervosa che cerca poi di liberare in qualsiasi modo e in qualsiasi circostanza attraverso quelli che noi definiamo capricci”.

Sfatando molti luoghi comuni sull’argomento, Cavallo e Panarese propongono, quindi, una nuova prospettiva per convincere i propri figli a spegnere la tv, mangiare tutto, finire i compiti, lavarsi i denti, riordinare i giochi o la cameretta e così via. Il dialogo e l’ascolto

Perché la nostra responsabilità – aggiungono –  in qualità di adulti sta proprio nel comprendere cosa si cela dietro il capriccio e cosa nostro figlio sta cercando di dirci”.

E soprattutto bisogna evitare gli errori più comuni “che tendiamo a compiere di fronte a un figlio capriccioso.
Facciamo fatica a metterci nei panni del bambino. La tradizione del passato ci ha abituati a considerare le esigenze dei più piccoli come vizi o richieste senza senso – concludono – , a volerli robot che eseguono dei comandi. Inoltre, il primo istinto dell’adulto è di intervenire, non tanto per accogliere il bambino, quanto per risolvere la situazione e fare tutto il possibile, con qualsiasi mezzo a disposizione (le sgridate, per esempio), per ripristinare il clima precedente, quello senza capriccio. In realtà avrebbe bisogno solo di essere accolto e ascoltato”.

fonte: http://d.repubblica.it/