Italia. Neonati abbandonati in ospedale: un trend in aumento

neonato2In un anno (tra luglio 2013 e giugno 2014) sono stati 56 i neonati non riconosciuti dalle mamme su un totale di 80.060 bambini nati. E’ il risultato frutto di un’indagine condotta su un campione nazionale di 100 Centri nascita portata avanti dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) in Italia. Numeri importanti che non tengono conto della realtà sommersa dei bambini partoriti e mai ritrovati. Perché a differenza di quanto si possa pensare sono ancora poche le donne che sono a conoscenza della possibilità di partorire in maniera anonima. Non solo, dai dati emerge il profondo disagio sociale ed economico nell’affrontare l’arrivo di un neonato.

Secondo l’indagine, nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni nel 48,2% dei casi. Per quanto riguarda i motivi dell’abbandono, al primo posto troviamo il disagio psichico e sociale (37,5%), seguito dalla paura di perdere il lavoro o più in generale dai problemi economici (19,6%). La paura di essere espulse o di dover crescere un figlio da sole in un Paese straniero è un motivo scatenante per il 12,5% delle donne immigrate; segue la giovane età (5,4%) e la solitudine (5,4%).

Proprio per evitare casi estremi come l’abbandono per strada, sono nate le culle termiche (una cinquantina in Italia) e di imminente inaugurazione quella della Family House di Ai.Bi., Amici dei Bambini, nell’hinterland milanese.

Come funziona la culla termica? Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.  Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.

 

Fonte: www.lastampa.it