Riaprite il fortino delle adozioni internazionali. La commissione ha rotto i ponti con l’esterno

adozioni4La Linea CAI (il numero verde per «la comunicazione, l’ascolto e l’informazione» tra le famiglie e la Commissione adozioni internazionali) in manutenzione dal 14 agosto 2014. Nessuna riunione operativa della CAI (l’ultima risale al 2013), nessun incontro periodico con gli Enti autorizzati (due sole le plenarie, a luglio e dicembre, quella di febbraio è stata rinviata e mai più riconvocata) e la stagione dei tavoli tecnici (ad esempio quello sui costi) è sfiorita da un pezzo.

E ancora, in un anno e mezzo la Commissione adozioni internazionali, presieduta da Silvia Della Monica, non ha rilasciato nessuna nuova autorizzazione Paese con le conseguenti difficoltà per gli Enti. Di bandi per progetti di sussidiarietà d’altronde non si vede l’ombra dall’ottobre 2010.

E ci sono famiglie ancora in attesa di rimborso per le spese adottive sostenute nel 2011 (ultimo anno per cui esiste uno stanziamento, ma questo non dipende dalla Cai).

Quello che emerge è un quadro di “silenzio” sull’operato della CAI: tema che viene sviluppato da Sara De Carli, nel servizio pubblicato sulla rivista Vita in edicola da oggi 31 luglio 2015.

Il suo destino è una buona metafora di quel che sta accadendo al sistema italiano delle adozioni internazionali – scrive la giornalista nel suo articolo – , alle prese ormai da qualche anno con una crisi di numeri (come in tutto il mondo), di attenzione politica e di visione: una manutenzione è necessaria, ma non può durare in eterno.

E ancora “La Cai in questo anno e mezzo non ha rilasciato nessuna nuova autorizzazione Paese (cosa che sarebbe strategica, in un momento di crisi come questo) e alcuni enti raccontano di essere ormai in difficoltà anche nell’operatività quotidiana perché la Cai non rilascia l’attestazione dello “stato di esistenza” nel Paese estero o non procede alle verifiche sulla rendicontazione dei progetti di sussidiarietà e di conseguenza non liquida agli enti i soldi anticipati”.

Non da ultimo l’assenza del report statistico sul 2014 “il report non è ancora stato pubblicato, nemmeno in forma sintetica: è uno strumento importante per le famiglie per orientarsi tanto sul Paese verso cui andare quando sull’Ente a cui conferire l’incarico”.

Per far fronte a tutto ciò nel servizio Sara De Carli ricorda che “in Parlamento sul tema adozioni sono state depositate 27 tra interpellanze e interrogazioni, con le firme di 202 parlamentari, ma il Governo ha risposto solo a tre”.

Insomma, un servizio che passa ai raggi X l’operato della CAI,  lanciando alla fine un appello. ”Non ci sono accuse, ma appelli. C’è un profondo bisogno di confronto. Intanto la riforma delle adozioni promessa da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi sulla scaletta dell’aereo che a maggio 2014 ha portato a casa 31 bambini adottati a Kinshasa è rimasta lettera morta”.

Il servizio da anche voce alle Associazioni familiari e alle famiglie che si sfogano sui social e famiglie che aspettano fiduciose che come dice Monya Ferritti(presidente del Care, coordinamento che riunisce 32 associazioni di famiglie adottive) “non ci preoccupa il calo numerico (delle adozioni ndr) tout court, è però necessario che il sistema funzioni bene”