Cina. Cecilia e Giovanni Meneghin: “Abbiamo trovato l’unico bambino viziato cresciuto in istituto”

MEneghin familyIn queste settimane Angelo Fei trascorre le giornate al mare, godendosi la spiaggia, i nonni, le vacanze. A vederlo, sembra il bambino più tranquillo del mondo. Eppure gli inizi sono stati decisamente più… movimentati. “I primi tempi ci ha fatto sudare”, ricordano oggi Cecilia e Giovanni Menghin, genitori adottivi del piccolo cinese, arrivato in Italia nella tarda primavera.

Il loro viaggio in Cina è stato “emotivamente e fisicamente tosto”, come lo definiscono i due neogenitori. Ma è stato anche “il viaggio del cuore”. Sì, perché Cecilia e Giovanni il desidero di trasformare il loro amore di coppia in un amore di famiglia lo avevano sempre avuto. Anche quando hanno capito che per loro l’unica strada per ottenere ciò che volevano era quella “lunga e difficile” dell’adozione. È stato proprio in quel momento che hanno deciso di non perdersi d’animo: sapevano che, da qualche parte nel mondo, c’era un bambino ad aspettarli.

Questo luogo era Xi’An, in Cina: in questo piccolo angolo della Terra, il sogno di Cecilia e Giovanni si è finalmente avverato. Il dono per loro, il bambino che li stava attendendo, si chiama Angelo Fei. Che, quasi come un segno del destino, era nato proprio nei giorni in cui i Meneghin iniziavano il loro iter adottivo.

“Ci ha conquistati subito – dice oggi la sua mamma – e ogni giorno riempie di più i nostri cuori. Siamo con lui dal 31 maggio, ma sembra che sia con noi da sempre.

Eppure il primo incontro è stato un momento davvero “thriller”. Angelo Fei, che aveva compito 2 anni da un mese, arriva accompagnato dalla tata che si occupa di lui da quando aveva solo 6 mesi e che lui chiama “mamma”. All’inizio dei suoi nuovi genitori non voleva proprio saperne. Soprattutto di Cecilia, la nuova mamma che avrebbe sostituito la tata. Solo Giovanni riesce a prenderlo in braccio senza che il piccolo urli troppo. Ma dura poco: solo fino a quando la tata non si allontana. Dopo non c’è verso di calmarlo, non c’è un gioco che gli interessi.

La prima svolta arriva al momento delle foto di rito. Il “cerimoniale” prevede che il bambino si “accomodi” in braccio alla mamma. È allora che Angelo Fei scopre che stare con Cecilia è davvero comodo… tanto da non volersi più staccare da lei. “Non è più sceso – racconta lei -! Da quel momento mammite acuta! Non voleva più saperne del papà! Solo ed esclusivamente la mamma e solo in braccio! Insomma, abbiamo trovato l’unico bambino viziato cresciuto in istituto!

Angelo Fei quindi rivela molto presto il suo caratterino. “Ha capito subito il significato di ‘no’ e ‘basta’ in italiano – ricordano i suoi genitori – e ha deciso che non gli piacevano proprio. Bastava pronunciarli e partivano capricci degni di un film”.

Dopo una prima settimana piuttosto dura, ricca di incombenze burocratiche, ci si è spostati a Pechino. Qui la musica è cambiata: Angelo Fei ha fatto amicizia con il papà, preso confidenza con il passeggino, capito chi comandava davvero in famiglia. I capricci hanno lasciato il posto ai giochi e alle risate. E agli “abbracci di famiglia”, momenti in cui mamma, papà e figlio si stringono tutti insieme. “Angelo Fei li richiede ancora oggi”, dice Cecilia.

Al momento di partire per l’Italia, le tensioni e le paure non c’erano più, sostituiti dai veri legami familiari, con i loro ruoli e le loro regole.

La vera sorpresa è stata l’arrivo a casa. Dopo l’accoglienza in aeroporto, la cena dai nonni paterni e l’ingresso nella nuova abitazione, ecco il colpo di scena. “Ha visto il papà uscire per prendere le valigie – ricorda Cecilia -, si è girato, mi ha detto ‘bye bye mamma’, mi ha mandato un bacio e se n’è andato dal suo papà. Per la prima volta si è allontanato da me e si è sentito sicuro e tranquillo con lui”.

Da quel giorno la vita dei Meneghin è cambiata. “Ancora mi commuovo – ammette la mamma di Angelo Fei – a pensare a quanto profondo è l’amore che ha travolto e riempito i nostri cuori, a come sia riuscito a conquistarci tutti, a quanto amore ci dona ogni giorno”.