#nellenostremani. La grande sfida del Family Lab

family-lab1In molti hanno parlato della crisi delle adozioni in Italia in questi ultimi anni: associazioni familiari, enti autorizzati, giornali, politici in interviste e interpellanze parlamentari. Il CARE, con il Family Lab, ha fatto un passo in più, riuscendo a mettere insieme per la prima volta le famiglie, gli enti autorizzati e le istituzioni, che a vario titolo si affacciano al mondo delle adozioni, per farle dialogare tra di loro e con la politica dei problemi che affliggono questa complessa realtà. Se ne parla in questo articolo, che riportiamo integralmente, pubblicato sul sito del Care a firma di Luigi Bulotta.

 

In molti hanno parlato della crisi delle adozioni in Italia in questi ultimi anni: associazioni familiari, enti autorizzati, giornali, politici in interviste e interpellanze parlamentari. Anche noi, dalle colonne di questo giornale, abbiamo più volte richiamato l’attenzione sulle criticità esistenti, auspicando l’intervento delle istituzioni per la loro soluzione. Molte le parole spese, per evidenziare i vari aspetti che non funzionano a dovere.

Il CARE, il coordinamento che raggruppa sotto di sé 32 associazioni familiari adottive e affidatarie, ha fatto un passo in più, passando dalle parole alle azioni, ed è riuscito in un’operazione mai tentata: mettere insieme per la prima volta le famiglie, gli enti autorizzati e le istituzioni, che a vario titolo si affacciano al mondo delle adozioni, per farle dialogare tra di loro e con la politica dei problemi che affliggono questa complessa realtà.

È stata questa la grande sfida portata avanti con i Family Lab che nella seconda edizione del 17 ottobre scorso ha visto una partecipazione ancora più ricca e un clima di collaborazione nuovo ed unico nel suo genere. Si è trattato sicuramente di un cambiamento di approccio, di un importante lavoro comune che ha suscitato l’attenzione della politica che si è vista destinataria di istanze condivise da tutti i soggetti coinvolti, richieste che attengono agli aspetti nevralgici del sistema adozioni.

La strada da percorrere è ancora tanta e il lavoro che Genitori si diventa profonde da sempre all’interno del CARE dovrà proseguire con lo stesso impegno, ma alcuni risultati importanti sono già arrivati, come, ad esempio, la creazione di un fondo ad hoc per le adozioni internazionali, la disponibilità avanzata dal Ministero della salute alla costituzione di un tavolo di lavoro per la salute dei bambini adottati e l’impegno del Ministero del Lavoro a pubblicare circolari interpretative della normativa dei congedi per malattia e di quelli parentali, fino all’annuncio della volontà della Presidenza del Consiglio di procedere alla riorganizzazionedella Commissione Adozioni. Notizia particolarmente importante perché rappresenterebbe un’importante occasione per rimettere in moto l’intero sistema delle adozioni internazionali, paralizzato da tanto, troppo tempo.

L’insostenibilità di alcune situazioni, denunciate da più parti, ha di certo creato un clima maturo ai cambiamenti, ma mi sembra altrettanto evidente che l’autorevolezza che il CARE ha conquistato sul campo nei 4 anni della sua breve ma intensa vita, la sua vocazione a fare rete anche con realtà tanto eterogenee, sta dando i suoi frutti, portando le associazioni familiari ad essere protagoniste del cambiamento auspicato da anni.