In Italia all’anno 3 mila neonati vengono abbandonati. Ai.Bi. “La loro salvezza sono le culle per la vita. Come quella della Family House”. Invia un sms solidale al 45 505 per la campagna “Fame di Mamma”

culla termciaAncora nel 2015 “capita” di trovare neonati abbandonati davanti a una chiesa. Lasciati lì da chi pur avendoli messi al mondo, sceglie di affidarli ad altri. Ma non trova luogo migliore di un sagrato, del marciapiede o peggio ancora di un cassonetto della spazzatura. In Italia sono circa 30mila i bambini fuori famiglia.  Ogni anno circa 3mila neonati vengono rifiutati al momento della nascita e di questi solo 400 vengono salvati perché abbandonati al riparo nelle culle per la vita o all’interno degli ospedali, degli altri si perde traccia o si ritrovano troppo tardi.

Numeri importanti che non tengono conto della realtà sommersa dei bambini partoriti e mai ritrovati. Perché a differenza di quanto si possa pensare sono ancora poche le donne che sono a conoscenza della possibilità di partorire in maniera anonima. Secondo studi recenti, nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni nel 48,2% dei casi. Per quanto riguarda i motivi dell’abbandono, al primo posto troviamo il disagio psichico e sociale (37,5%), seguito dalla paura di perdere il lavoro o più in generale dai problemi economici (19,6%). La paura di essere espulse o di dover crescere un figlio da sole in un Paese straniero è un motivo scatenante per il 12,5% delle donne immigrate; segue la giovane età (5,4%) e la solitudine (5,4%).

Proprio per evitare casi estremi come l’abbandono per strada, sono nate le culle per la vita: 50 circa in Italia compresa quella che presto taglierà il nastro alla Family House di Ai.Bi., Amici dei Bambini, nell’hinterland milanese.

Ma cosa sono le culle per la vita? E quante sono?

In Italia manca ad oggi, un elenco ufficiale, una mappatura di facile consultazione e accessibilità. Se ne contano circa una cinquantina più o meno distribuite sul territorio nazionale.

Come funziona la culla per la vita?

Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.  Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.

La culla è un’iniziativa che vuole solo dare una alternativa di…vita a chi – dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini -, innocente è incapace di gridare al mondo la sua voglia di vivere. Alla luce di tutto ciò è dovere di ciascun cittadino, ma soprattutto enti, istituzioni e politica intervenire per proteggere ed assicurare la vita con leggi ad hoc che mirino a normare quello che al momento è solo una prassi ancora troppo poco conosciuta  e a macchia di leopardo”.

La Family House fa parte della campagna Fame di Mamma di Ai.Bi. Amici dei Bambini per dire basta all’abbandono in Italia. L’obiettivo è contribuire al consolidamento e allo sviluppo dei servizi a favore dell’infanzia abbandonata e delle mamme con figli che vivono in situazione di disagio. Dal 6 al 21 dicembre sarà possibile sostenere l’iniziativa, donando 2 euro attraverso il numero 45 505 e 2 o 5 euro allo stesso numero da rete fissa. Lo spot a sostegno della campagna – realizzato dall’agenzia Havas Worlwide Milan e dal regista Ago Panini  andrà in onda nelle reti Mediaset e La7 fino al 21 dicembre.

Attraverso Fame di Mamma in particolare vengono sostenute le strutture di accoglienza di Ai.Bi. Amici dei Bambini, tra cui le case famiglia, le comunità mamma-bambino, le culle per la vita, gli appartamenti per mamme fragili con figlie la Family House,  la prima “clinica per la cura del male dell’abbandono” in Italia.

Ecco il link dello spot: https://www.youtube.com/watch?v=Tb2me4JyaHEGuardalo e invia un sms al 45 505. A chiedertelo sono i bambini: hanno diritto ad essere figli.