Sopravvivere a 13 gradi sotto zero: la drammatica sfida dei bambini siriani al quinto inverno di guerra

neve in siriaPer i bambini siriani stanno arrivando i mesi più terribili. Ancora una volta, per il quinto anno di fila, il rigore dell’inverno si aggiungerà al flagello della guerra civile e renderà ancora più drammatiche le condizioni in cui la parte più fragile della popolazione sarà costretta a cercare di sopravvivere.

Sono più di 8 milioni i bambini siriani che vivono all’interno di un Paese ormai devastato dal conflitto oppure come rifugiati sia in Siria che nelle zone limitrofe.  I piccoli sfollati all’interno della Siria sono oltre 3 milioni, mentre altri 2,2 milioni hanno cercato rifugio in Turchia, Libano, Giordania ed Egitto. A quasi 5 anni dallo scoppio della guerra, avvenuto a marzo del 2011, molte famiglie hanno esaurito qualsiasi tipo di risorsa finanziaria e non possono più acquistare neppure beni essenziali. A cominciare da sciarpe e cappotti, indispensabili per fare fronte al rigido inverno ormai alle porte.

Le previsioni meteo non annunciano nulla di incoraggiante per milioni di bambini e di genitori siriani che non hanno più una casa in cui vivere in modo confortevole. Si prevede infatti che questo inverno sia più duro rispetto a quello del 2015 e che in alcune zone di montagna le temperature arriveranno a toccare anche il picco minimo di 13 gradi sotto zero durante i giorni più freddi di fine dicembre e gennaio. Ad aggravare ulteriormente la lotta per la sopravvivenza di tante famiglie potrebbero arrivare anche tempeste e forti nevicate, non rare in questa regione del Medio Oriente.

Il calore di una casa è uno dei diritti a cui i bambini siriani non possono rinunciare. Per questo uno degli obiettivi del progetto di Sostegno a Distanza Io non voglio andare via, portato avanti da Amici dei Bambini nell’ambito del campagna Bambini in Alto Mare, è proprio quello di fornire carburante per il riscaldamento. Questo, insieme ai diritti al gioco, alla salute, alla scuola e al cibo, costituisce uno dei 5 pilastri fondamentali dell’intervento di Ai.Bi. in Siria, nato con l’obiettivo di permettere ai bambini della regione settentrionale di Idlib di continuare a sentirsi a casa nel proprio Paese. La ludoteca sotterranea in cui poter giocare al riparo dalle bombe e dal freddo, il laboratorio di sartoria per le giovani donne, il forno per la produzione di pane da destinare alle famiglie più povere, il sostegno alle cliniche locali sono alcuni dei primi passi compiuti in questa direzione. Ma molto altro resta ancora da fare: per questo è necessario il contributo di tutti, attraverso un piccolo grande gesto chiamato Sostegno a Distanza.

 

Fonte: Globalist