Migranti. Nel 2015 oltre 700 i bambini morti in mare. Chi sopravvive diventa un “fantasma” nelle mani dei trafficanti

misnaCirca 700 bambini morti in mare dall’inizio del 2015 riempiono gli occhi e le cronache. I numeri della fondazione Migrantes sono di qualche giorno fa, ma di fatto sono già vecchi: le tragedie del Mar Egeo non erano ancora accadute.

Per quelli che ce la fanno, però, la vita non è facile: spesso diventano “fantasmi” in transito o si perdono nel vortice dello sfruttamento sessuale e lavorativo. Nella maggior parte dei casi, infatti, non hanno un adulto al loro fianco: il 73% di loro è senza una guida.

Sono i cosiddetti Misna: minori stranieri non accompagnati: nel 2015 in oltre 11mila sono sbarcati in Italia. Secondo alcune stime fino al 16 dicembre 2015 sono arrivati nel nostro Paese 15.670 bambini, di cui circa 11.560 non accompagnati.

I gruppi più numerosi hanno dai 14 ai 17 anni ma anche 9, 10, 11 o 12 anni e hanno un assoluto bisogno di protezione adeguata per evitare il rischio reale di violenze, tratta o sfruttamento nel nostro Paese o lungo il percorso in Europa.

In Italia, i minori eritrei sbarcati soli nel 2015 sono circa 2.955 e rappresentano il gruppo più numeroso, seguito dai 1.709 egiziani, i 1.083 somali e i 924 nigeriani (raddoppiati rispetto allo scorso anno). Gli eritrei hanno come meta finale il Nord Europa: Svezia, Novergia, Svizzera e Germania sono le destinazioni più ambite. Durante il viaggio subiscono violenze e abusi di ogni genere, per lo più nell’attraversamento del deserto e nelle carceri libiche. In Italia, poi, per proseguire il viaggio contraggono debiti con i loro connazionali trafficanti.

Se la passano peggio i bambini che da soli sono in balia degli eventi.  Per questo varie associazioni hanno fatto appello agli Stati europei di dare priorità al diritto di richiesta della protezione internazionale dei bambini e delle famiglie e la disponibilità di un’assistenza adeguata per il riparo, il cibo e l’aiuto sanitario. Ma i nodi cruciali restano quelli dell’offerta di più canali di arrivo sicuro e legale in Europa e del contrasto delle cause all’origine nelle aree di crisi.

Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it