“Adozioni gay, un’altra provocazione del governo. Ma l’Italia delle famiglie si sta muovendo, nel nome dei diritti dei bambini”

letteraSono tante le lettere, i messaggi e le e-mail arrivate alla redazione di Aibinews in questo inizio di 2016. Soprattutto da quando si è diffusa la notizia del Family Day previsto per la fine di gennaio o l’inizio di febbraio: una nuova grande iniziativa organizzata dai comitati in difesa della famiglia per sottolineare come la nostra società debba dare la precedenza assoluta ai diritti dei bambini, a cominciare da quello di avere un padre e una madre. Una manifestazione a cui Amici dei Bambini e La Pietra Scartata hanno già garantito il pieno sostegno e partecipazione con le loro famiglie adottive e affidatarie. Delle tante lettere e e-mail ricevute, abbiamo scelto di pubblicarne una particolarmente significativa. È quella di una nostra affezionata lettrice, mamma sia biologica che adottiva, che si dice preoccupata per quella che definisce “una nuova provocazione del governo” che “pensa a perseguire gli interessi dei singoli” invece di promuovere “una cultura dell’accoglienza”. Quest’ultima, sottolinea la nostra lettrice, dovrebbe essere valorizzata dal governo, affinché i percorsi dell’adozione siano più veloci. Invece, sempre più spesso, si sente parlare di adozione solo a proposito degli animali e dei diritti gay. Ma qualcosa sta accadendo. Come nota l’autrice della lettera, “l’Italia dei sani principi si sta muovendo”, perché la società è senza dubbio “migliore quando lo spirito della famiglia è sano e giusto”. Di seguito, la lettera integrale della nostra lettrice, alla quale ci uniamo nell’appello rivolto a ogni città di “farsi portavoce” dei diritti della famiglia e dei bambini.

 

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.

 

Cara Ai.Bi.,

sono una vostra lettrice quotidiana, tutte le sere apro il sito Ai.Bi. perché trovo sempre notizie, spunti di riflessione e belle storie di incontri con famiglie che nascono e si rigenerano.
Oggi, con mio piacere, ho trovato molti articoli che purtroppo sono una reazione e una battaglia aperta ad una nuova provocazione del governo che, invece di condurre questo Paese verso una cultura dell’accoglienza e della crescita demografica ed economica, pensa a perseguire interessi dei singoli e non sociali. È da ieri che sono arrabbiata e preoccupata insieme. Questo interesse e accanimento a intervenire sulle adozioni per aprirle alle coppie omosessuali mi crea ansia ed enorme preoccupazione. Sono mamma di una figlia di pancia e di cuore e di un figlio di cuore che è diventato presto anche di pancia. Perché l’amore lo senti nel cuore e nella pancia.
È stata una gravidanza lunga, dura, con delusioni,  umiliazioni,  gratificazioni,  attese, pazienza, tolleranza, infinite emozioni e relazioni con operatori diversi non sempre facili. Il sistema dei servizi purtroppo, a parer mio, è rimasto arretrato, con un’anima che tenta di scoraggiare anziché incoraggiare. Che se ti vedono orgoglioso pensano che tu sei quella persona che pensa di sapere tutto e di non aver bisogno di loro e che poi quando nel post hai bisogno di loro devi sbracciarti e assillare per avere un aiuto anche solo psicologico.
Sono stufa anche di sentire dai media parlare di adozione abbinata ad animali e oggi come diritto dei gay. Basta! Adozione è affiliazione,  non è una diversità, ma una famiglia che nasce. Dovrebbe essere usata con delicatezza e amore, no disagio e imbarazzo, ma una realtà possibile, realizzabile e meravigliosa.
Il governo dovrebbe affrontare il tema per valorizzarlo, per diffondere una nuova cultura che incoraggi le coppie e le famiglie anche con altri figli, perché i percorsi dell’adozione, sia nazionale che internazionale, siano più veloci,  perché gli affidamenti preadottivi nazionali non possono durare anni, affinché i bambini costruiscano velocemente la loro nuova realtà sposandola con il passato. In Italia anche l’adozione nazionale non funziona bene e noi ne siamo testimoni. I servizi sociali non incoraggiano durante i percorsi, spaventano e sono rimasti legati a stereotipi di testi scolastici, ma le realtà sono diverse e i bambini – dico sempre – non hanno i tempi nostri, crescono e purtroppo il loro tempo che passa non lo ritrovano più. Gli affetti, un abbraccio di una mamma, le carezze, il gioco e la dinamicità di un babbo, le cure e la protezione,  il sorriso di un fratello e misurarsi con lui se c è,  sono tappe che sono necessarie per una sana crescita.
Sono entusiasta che l’Italia dei sani principi si stia muovendo. Mi piacerebbe che ogni città si faccia portavoce di questa voce. Non tutti noi potremo venire a Roma, ma penso che la voce e il vivere insieme questo momento siano fondamentali, perché penso che la società sia migliore quando lo spirito della famiglia è sano e giusto.
Saluti e grazie per tutte le informazioni e momenti di confronto e opportunità di crescita che Ai.Bi ci dà.

Grazie

Giulia (nome di fantasia)