Il ddl Cirinnà arriva al Senato. Ruini: “Tutti i parlamentari, non solo quelli cattolici, farebbero bene ad ascoltare la voce del Family day: frutto del sentire di gran parte del nostro popolo”

senatoL’ora “X” è arrivata. Martedì 2 febbraio inizia al Senato la discussione parlamentate sul disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Dai primi risultati emersi da Palazzo Madama si capirà in quanta e quale considerazione è stata tenuta la voce della piazza. Solo 72 ore prima, circa 2 milioni di persone hanno pacificamente e festosamente invaso il Circo Massimo per dire “sì” ai diritti dei bambini e “no” alle adozioni di coppie che non potranno mai dare un padre e una madre a tanti minori abbandonati.

I primi passi consistono nel voto sulle pregiudiziali di costituzionalità del ddl. A parte questo, però, appare evidente che i giorni successivi serviranno ancora a tessere la tela delle alleanze politiche in vista del voto sulla proposta di legge. Una tela che non può dimenticare il parere della maggior parte degli italiani – simbolicamente rappresentati dai 2 milioni del Circo Massimo – che hanno espresso chiaramente la loro contrarietà alle adozioni per le coppie omosessuali e a tutto ciò che aprirebbe la strada a una pratica disumana come la maternità surrogata, finalizzata a esaudire il desiderio di un figlio a tutti i costi piuttosto che il diritto a una famiglia dei minori abbandonati.

Questa la linea sostenuta da uno degli storici oppositori del ddl Cirinnà, il senatore Carlo Giovanardi. “Far passare il ddl – spiega l’esponente di Idea – significa violare la Costituzione, equiparare le unioni civili al matrimonio e agevolare una pratica criminale come l’utero in affitto”. Se venisse approvato così com’è, il ddl Cirinnà provocherebbe “danni incalcolabili nella società”, afferma Giovanardi, il quale ricorda che l’80% degli italiani è contrario alle adozioni omosessuali e a spianare la strada alla maternità surrogata”. La proposta di legge, del resto, è “palesemente incostituzionale”, come rimarcato anche da diversi presidenti emeriti della Corte Costituzionale, come Cesare Mirabelli. “E la straordinaria partecipazione al Family Day dovrebbe far riflettere il premier sulla pericolosità di questa misura”, conclude Giovanardi.

Sulla stessa linea anche la deputata Paola Binetti dell’Unione di Centro. La quale invita il mondo politico a un sussulto di consapevolezza e a non confondere i diritti delle persone e quelli delle convivenze. “Fondamentale è che non siano coinvolte persone che non ci sono ancora, perché non nate – spiega la neuropsichiatra infantile ed esponente dell’Udc -. O, se ci sono, saranno obbligate a un modello educativo con, per esempio, una madre vera e un’altra che, pur essendo una figura magari affettivamente straordinaria, non potrà essere la madre”.

Anche chi apre moderatamente al ddl Cirinnà, come il vicecapogruppo alla Camera di Area Popolare Rocco Buttiglione, non dimentica la voce della piazza. “Esiste in Parlamento e nel Paese – ha sottolineato Buttiglione – una maggioranza ampia che vuole riconoscere il diritto degli omosessuali al rispetto  della propria vita affettiva e vuole difendere il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà, che non vuole le adozioni gay. Abbiamo tutti il dovere di dare voce a questa ampia maggioranza”.

Molto chiara la posizione della Chiesa, espressa dal presidente emerito della Conferenza Episcopale Italiana, Sua Eminenza cardinale Camillo Ruini. Per l’ex vertice della Cei, un accordo sarebbe possibile se, oltre a stralciare le adozioni, si togliessero anche i tanti riferimenti al diritto matrimoniale e al diritto di famiglia. “Tutti i parlamentari – avverte Ruini -, non solo quelli cattolici, farebbero bene ad ascoltare la manifestazione del Circo Massimo, che non è frutto di una forte organizzazione, ma del sentire di gran parte del nostro popolo.

 

Fonte: Avvenire