Maternità surrogata. Per Saviano “è uno struggente atto d’amore”. E in Nigeria è business di fabbriche di bambini

savianoLa definisce “forma altruistica” e quello che è a tutti gli effetti il compenso, lo chiama  “rimborso spese”.  Per poi concludere “quanto amore c’è in tutto questo non è mai tardi per comprenderlo”. Saviano in un articolo pubblicato da L’Espresso (in edicola in questi giorni),parla di maternità surrogata non prendendo semplicemente posizione a favore di questa pratica di schiavitù moderna, ma arrivando perfino a giustificarla e a promuoverla ad alto rango. Cercando di “riscattare” quella che è a tutti gli effetti una pratica abominevole, la compravendita dell’utero di una donna povera e disperata, ad un ‘atto di amore’.

Ecco, siamo arrivati all’inverosimile. Per assecondare il capriccio di genitorialità, si arriva a speculare sulla disperazione di povere donne. E invece di condannare, si giustifica, comprende e condivide fino a consigliarlo.

E non si tratta di una provocazione. E’ lo stesso Saviano a precisarlo nel suo articolo. Perché per lui, riportiamo parti del suo articolo, “non si tratta di sfruttamento e di infelicità, ma di struggenti atti d’amore e di incredibile altruismo che tolgono il fiato e riempiono gli occhi di lacrime. Quanto amore c’è in tutto questo non è mai tardi per comprenderlo”.

Per “comprendere” questo, bisogna fare un salto indietro nell’articolo a quando Saviano dice che “la famiglia non è né tradizionale né moderna, ma è semplicemente composta da persone che si amano. Che esistono Paesi in cui le unioni di fatto omo ed etero sono regolamentate per legge: in Italia ci si appella al buon senso e alle consuetudini per le coppie etero. Che esistono paesi in cui le coppie omosessuali possono contrarre regolarmente matrimonio, possono adottare figli interni alla coppia (stepchild adoption), esterni, o possono ricorrere alla pratica della maternità surrogata. Che esistono paesi in cui la pratica della maternità surrogata non solo è legale, ma è anche riconosciuta per quello che è: un atto incredibile di altruismo e di amore”.

E fino a qui, si tratta di pensieri condivisibili o meno, che riflettono uno status quo: la diversità di legislazioni in vigore a seconda dei vari Paesi.

Il tono cambia quando dice “questa mia non è una provocazione, intendo solo dire che avere un figlio diventa un diritto solo in presenza di un divieto espresso, di una oggettiva difficoltà che può sperimentare chiunque. Avere un figlio non è un dovere, ma un piacere che nessuno può vedersi negato. Tantomeno se a vietarlo sono preconcetti e disinformazione”.

Un piacere, quindi in quanto tale un capriccio? Come comprarsi una casa o un’auto nuova. Tanto è vero che, nel caso di una coppia omosessuale, perché non ‘comprare’ il neonato con la maternità surrogata? Basta un semplice ‘rimborso spese’ destinato alla donna che si sottopone a inseminazione artificiale.

Si tratta di un rimborso spese perché come è chiaro – continua Saviano -, soprattutto a quanti sentono di dover difendere i diritti dei bambini, non ci sarebbe prezzo giusto per un dono tanto grande. Ma una cosa deve essere chiara, più di ogni altra: ovunque ci sia una regolamentazione ci sono anche diritti per tutti, “per le donne che come atto d’amore offrono un riparo temporaneo al figlio di chi non può “naturalmente” averne, e per i bambini che nascono da questi atti d’amore. Eh sì, perché non si tratta di sfruttamento e di infelicità, ma di struggenti atti d’amore e di incredibile altruismo che tolgono il fiato e riempiono gli occhi di lacrime”.

Chissà che ne pensano le donne nigeriane che vengono segregate in quelle che vengono definite come le ‘fabbriche di bambini”: vengono rapite dai loro villaggi, subiscono violenza, rimangono incinte e vengono letteralmente segregate in questi casermoni per tutta la durata della gravidanza. Qua i ‘compratori’, di solito coppie occidentali, prendono accordi per accaparrarsi il nascituro e pagano per portarselo via. Se questi sono “struggenti atti d’amore e di incredibile altruismo”…

Per concludere, giusto qualche info: la triste realtà delle Fabbriche di bambini, è una attività nata prima dell’evoluzione tecnico-scientifica dell’utero in affitto. Con l’evolversi della tecnologia bio-medica e con la nascita del metodo della Gpa (gestazione per altri o maternità surrogata), in Nigeria, il volume d’affari è notevolmente aumentato e sempre più strutture come cliniche sanitarie, orfanotrofi, mutano in Fabbriche di bambini. Tali aberranti attività, per poter essere, necessitano soprattutto di materiale umano, o vero di vere e proprie incubatrici viventi. Quindi il reclutamento delle donne destinate al business degli allevamenti degli esseri umani è uno dei processi fondamentali. I bambini nati da quelle fabbriche degli orrori, venivano venduti dai 2 ai 3mila euro l’uno.