Unioni civili. Gandolfini (Difendiamo i nostri figli) e De Palo (Forum Famiglie): “Il Parlamento ritiri il ddl Cirinnà. L’85% degli italiani non vuole le adozioni gay”

De Palo con la famigliaIl voto che in Senato ha per momento bloccato il disegno di legge Cirinnà è espressione della volontà del Paese. Lo affermano il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari e il comitato “Difendiamo i nostri figli” all’indomani dello stop che Palazzo Madama ha imposto al ddl sulle unioni civili.

A vincere è stato il buon senso, afferma Massimo Gandolfini, presidente del comitato organizzatore del Family Day. Il quale, ora, si augura che tutta la proposta di legge venga accantonata. “Anche perché – dice – l’ipotesi dello stralcio della stepchild adoption non cambierebbe la nostra totale disapprovazione per il ddl stesso”. In Senato, per Gandolfini, il premier Matteo Renzi ha avuto “una lezione del tutto meritata”, perché lo stratagemma del cosiddetto “canguro” avrebbe leso la democrazia. E soprattutto non avrebbe tenuto conto del parere dei cittadini. “Tutti i sondaggi dicono che almeno l’85% degli italiani non vuole l’adozione per le coppie omosessuali – ricorda il presidente di “Difendiamo i nostri figli” – e che più del 50-60% è contrario ai matrimoni gay. Questo Paese ritengo vada ascoltato, perché è maggioritario”, conclude Gandolfini, dicendosi certo che “ormai, il testo del ddl, così com’è, non passerà”.

Posizioni del tutto condivise anche da Luigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari che, alla luce della spaccatura che in Senato si è mostrata nella sua totalità, chiede “al Parlamento, al governo e ai singoli politici un atto di buon senso e di responsabilità”: il ritiro del ddl, “con le sue esasperazioni”. Un ddl che, per De Palo, “non tenta neppure di trovare un punto di mediazione” e non tiene in considerazione “l’evidenza dei sondaggi” che dimostra come gli italiani siano “a larghissima maggioranza contrari alla stepchild adoption e all’equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio”.

Senza alzare barriere, De Palo invita il mondo della politica a lavorare insieme per “un testo condiviso e non divisivo, equo e giusto per tutti, a cominciare dai soggetti più deboli”, chiudendo “in soffitta gli elementi di divisione”. Un testo, insomma, che metta al primo posto le famiglie italiane in difficoltà. A questo proposito, il presidente del Forum ricorda che  la priorità è risolvere i problemi di una società “da anni a crescita zero”, in cui “non nascono bambini perché fare un figlio significa nella gran parte dei casi cadere sotto la soglia di povertà grazie anche a un fisco vecchio e iniquo”.

Come De Palo, anche Gandolfini non chiude le porte a una legge che riconosca i diritti alle coppie omosessuali. “Ma lo si deve fare ponderando tutti singoli passaggi”, avverte, senza dimenticare che “le unioni civili non sono la stessa cosa del matrimonio e non devono essere messe allo stesso livello”.