Istat. Italia: crollano le nascite e Renzi pensa solo all’adozione del figliastro

culle vuoteIl 2015 potrebbe passare alla storia come l’anno dei record: con la popolazione che diminuisce in termini assoluti cosa che non succedeva più dal 1918 quando c’erano la guerra e l’epidemia di spagnola. La mortalità che è aumentata come mai in tempo di pace, le nascite scese sotto il mezzo milione come mai successo prima in Italia: un nuovo minimo storico dall’Unità di Italia nel tasso di natalità.

È la fotografia impietosa che il rapporto sugli indicatori demografici dell’Istat 2015 fa del nostro Paese. Nulla di nuovo, certo. Eppure si spera sempre di leggere di un’inversione di tendenza, rispetto a un trend che da anni ci vede agli ultimi posti in Europa.

Insomma il Paese invecchia e la gente fa sempre meno figli: nel 2015 le nascite sono state 488mila (8 per mille residenti), 15mila in meno rispetto al 2014. Dall’Unità d’Italia è il valore più basso mai registrato, dopo quello del 2014 (503mila). Al primo gennaio 2016, la popolazione totale è di 60 milioni 656mila residenti. Alla stessa data gli stranieri residenti sono 5 milioni 54 mila (8,3% della popolazione totale), rispetto a un anno prima si riscontra un incremento di 39 mila unità. La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179mila residenti.

Una crisi che dire “preoccupante” è un eufemismo per arginare la quale bisognerebbe sfoderare le migliori armi e strategie. Cosa fa invece il nostro premier Renzi? Spallucce: infatti, invece di agevolare il “ricambio generazionale” in Italia favorendo l’ingresso di bambini con le adozioni internazionali, concentra forze ed energie sulla stepchild adoption ovvero l’adozione del figliastro. Che si sa, interessa solo poche centinaia di casi in Italia: precisamente 529 contro i 168 milioni di bambini che nel mondo attendono una famiglia.

Siamo preoccupati non tanto per il crollo delle nascite – Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie – quanto perché la politica non sembra aver compreso bene le conseguenze di questo inverno demografico“.

Chiediamo al presidente Renzi di mettere al centro dell’agenda politica – precisa – questa assoluta priorità. Quello che preoccupa ancora di più è la rassegnazione con cui prendiamo atto di questi dati. Ogni anno va sempre peggio e non si può andare avanti a colpi di bonus bebè. Occorre riflettere seriamente perché meno figli vuol dire meno futuro e meno Italia”.

Fonte: TgCom24, Ansa, Famiglia Cristiana