Barletta. “Vorrei diventare nonna: come posso convincere mio figlio ad adottare un bambino?”

nonni-e-nipotiDall’amore nasce amore. Si sa. E l’adozione è un atto d’amore. Lo sanno bene coloro che l’hanno provata, come figli o come genitori, e l’hanno compreso coloro che vi si avvicinano. Alcuni fanno di questo una vera ragione di vita e sanno che contribuire ad aprire all’accoglienza il cuore di una persona cara è il più bel regalo che le si possa fare in un momento di difficoltà. È quanto deve aver pensato Rosaria (nome di fantasia), una simpatica signora di 81 anni, con una storia speciale da raccontare.

Un giorno di fine febbraio squilla il telefono nella sede Ai.Bi. di Barletta. Floriana Canfora, la referente di Amici dei Bambini in Puglia, risponde e dall’altra parte del filo c’è proprio lei, la signora Rosaria. Ma quella che all’inizio poteva sembrare una normale richiesta di informazioni sull’adozione diventa ben presto l’appassionato racconto di una vita vissuta nel nome dell’accoglienza.

“Ho sentito la voce di una persona un po’ anziana – ricorda Floriana – e mi sono permesso di chiederle per conto di chi stesse chiedendo quelle informazioni. La signora rispose che aveva telefonato per suo figlio e sua nuora, che biologicamente non riescono ad avere bambini”. Solo che il figlio della signora non sa nulla di quella chiamata. È una sorpresa, un dono nel senso più alto del termine, forse un desiderio della signora Rosaria: quello di fare in modo che suo figlio e sua nuora aprano le porte a un bambino abbandonato, che vive in un istituto in qualche angolo del mondo.

Proprio come era successo a lei. “La signora cominciò subito a raccontarmi di aver trascorso i suoi primi anni in un orfanotrofio – dice la referente di Ai.Bi. Puglia – e di essere stata adottata da piccola da una famiglia di Barletta”.

“Io non sono originaria di queste parti – raccontò la signora -, ma qui ho trovato la mia famiglia. Le persone che mi hanno accolto sono state i miei veri genitori. I miei genitori biologici non ho mai sentito la necessità di cercarli, perché la mia vera famiglia è sempre stata soltanto quella che mi ha cresciuta e che fin dal primo momento mi ha fatto capire la bellezza dell’adozione.

Ma c’è un’altra persona che invece la signora Rosaria ha provato a cercare. E ci è riuscita. In orfanotrofio con lei, infatti, c’era anche un fratello. “Dopo anni di ricerca è riuscito a trovarlo – dice Floriana Canfora -. Era stato adottato anche lui, da una famiglia di Bari. E anche lui si era dato alla ricerca di sua sorella”.

Da circa un anno il fratello della signora Rosaria non c’è più. Ma lei ricorda con gioia gli ultimi 10 anni in cui tra le rispettive famiglie si era creato un rapporto meraviglioso. Figlio, nel vero senso della parola, di quell’esperienza comune ai due fratelli che è stata l’adozione. Quell’esperienza che oggi l’81 barlettana si augura possa essere vissuta, nel ruolo di genitori, anche da suo figlio e sua nuora. E noi con lei, con la speranza di poterla chiamare presto “nonna Rosaria”.