#AdozioniRdc. Via libera per i bambini del Congo ma solo sulla carta tra diffide ad agire e incertezza sui tempi.

congo2Sulla carta tutto è sistemato: per i bambini adottati dalle coppie italiane è via libera dal Congo. Da una parte e dall’altra si festeggia: la presidente della Cai Silvia Della Monica esprime sul sito istituzionale “grande gioia e grande successo per la Commissione delle adozioni internazionali e del governo” e il Sottosegretario Vincenzo Amendola sul sito della Farnesina, ieri  (17 marzo) puntualizzava che  ”grazie al lavoro svolto dall’Ambasciata d’Italia a Kinshasa le autorità del Congo hanno appena comunicato ufficialmente all’Ambasciata d’Italia a Kinshasa che un ulteriore gruppo di bambini potrà presto ricongiungersi ai familiari in Italia”.

La gioia è grande anche fra le famiglie – provate da un’odissea durata quasi tre anni – ma restano però enormi le difficoltà degli enti autorizzati a gestire concretamente le pratiche di adozione sbloccate.

Gli enti avrebbero il mandato legale delle coppie ad agire, cominciando per esempio a gestire le pratiche per l’emissione dei passaporti dei bimbi (per cui servono almeno 15 giorni), ma in una nota pubblicata da Avvenire la Cai li ha nuovamente diffidati a intraprendere qualsiasi azione con una lettera dello scorso 9 marzo.

Vi invitiamo a non assumere alcuna iniziativa non concordata”. Che fare dunque per permettere ai bambini, molti dei quali in istituto, di abbracciare effettivamente al più presto le famiglie? Si procede in ordine sparso, chi cominciando ad allertare gli avvocati in loco chi cercando di tranquillizzare le coppie, più che mai confuse.

Ci hanno telefonato a fine febbraio per dirci che tutto è risolto – spiegano due coniugi che chiedono di restare anonimi, per paura che la loro pratica possa ‘saltare’ – ma ancora non abbiamo la più pallida idea di quando li potremo abbracciare. Non sappiamo nemmeno se dire loro quello che sta accadendo (parlano ai bimbi tramite skype, ndr)”.

Manca, insomma, chiarezza anche a livello istituzionale. “I tempi e le modalità dell’arrivo in Italia dei bambini dipendono dalle autorità congolesi”, ha precisato la Della Monica. Secondo il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola invece i bambini potranno partire “una volta che la Commissione per le adozioni internazionali e gli enti per le adozioni avranno provveduto a finalizzare rapidamente le procedure necessarie”.

Sulla questione interviene anche Marco Carra, deputato del partito del Pd che dichiara “è una notizia che ci rallegra, frutto dell’efficacia dell’azione intrapresa dal sottosegretario Enzo Amendola. Ci auguriamo che la Commissione per le adozioni internazionali possa garantire in futuro tempi congrui per la definizione delle pratiche di adozione”.

E intanto le famiglie aspettano. Chissà quanto ancora.

Fonte: Avvenire