Bolzano. Adozioni internazionali, iter troppo lungo, Ai.Bi. chiamata dalla Provincia Autonoma per collaborare al nuovo protocollo operativo

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Diventare genitori. Una frase facile da pronunciare ma difficile da attuare. Ne sono consapevoli molte coppie che si affacciano al percorso dell’adozione e che, sempre più spesso, ci rinunciano.  Si tratta infatti di un iter spesso troppo lungo, che deve tener conto dei tempi burocratici e delle difficoltà che si presentano durante il cammino.

Si è dimostrata particolarmente sensibile alla tematica la Provincia Autonoma di Bolzano, che ha organizzato un incontro del Tavolo di lavoro per la discussione del rinnovo del POC con gli enti autorizzati operativi sul territorio, tra cui Amici dei Bambini, e il locale Tribunale per i minorenni.

Il POC è un protocollo operativo che rappresenta il principale strumento di collaborazione e raccordo istituzionale per la definizione e la realizzazione delle attività di informazione, preparazione, accompagnamento e sostegno degli aspiranti genitori. Durante l’incontro, svoltosi il 24 marzo, infatti, sono stati definiti i punti cardine da affrontare per la revisione del Protocollo del 2006. Questi ultimi sono: la messa a punto delle attività di informazione, la revisione delle fasi di formazione, i tempi di attesa. Attorno a questi temi verrà definito, nei successivi incontri tra i vari attori del sistema adozioni, il nuovo protocollo operativo.

Lunedì 21 marzo e sabato 2 aprile, inoltre, nell’ambito delle attività previste dal POC, gli enti autorizzati Ai.Bi. e Amici trentini sono stati invitati dalla Provincia di Bolzano e dal servizio Adozioni Alto Adige a parlare del ruolo dell’ente autorizzato. Numerose le coppie presenti a entrambi gli incontri: 14 hanno aderito all’evento in lingua italiana, mentre altri 24 aspiranti mamma e papà hanno partecipato alla riunione in lingua tedesca.

Il Trentino Alto Adige sta vivendo il problema del calo delle adozioni intensamente. Il numero dei bambini dichiarati adottabili dal Tribunale per i Minorenni è sempre molto basso. I dati lo confermano: nel 2015, ad esempio, ci sono stati 4 casi di neonati non riconosciuti dalla madre in ospedale e 2 minori dichiarati adottabili dal Tribunale. Nel 2014, invece, 2 casi di minori non riconosciuti e 8 quelli dichiarati adottabili. In quest’ultimo caso l’età è variabile. Si va da bambini di pochi anni ad adolescenti. Le domande pendenti per le adozioni nazionali nella regione sono 808 (valide tre anni) e, di queste, 215 sono state presentate nel 2015.

Anche le coppie che si avviano all’adozione internazionale hanno subito un calo. Sono stati solo 25 infatti i decreti di idoneità emessi dal Tribunale nel 2015, 12 in meno del 2014 quando erano stati 37. Con il decreto in mano le coppie hanno tempo un anno per conferire l’incarico a uno degli enti autorizzati. In questa fase la coppia può orientarsi verso un Paese tra quelli nei quali l’ente opera. Purtroppo questa scelta, ma non solo, influisce molto sui tempi d’attesa e sui costi che comunque non sono mai inferiori ai 20-30mila euro.

Obiettivo degli incontri, quindi, alla luce di questo quadro, è stato quello di migliorare la rete di comunicazione e le procedure lunghe e complesse per realizzare due sogni: diventare figlio e diventare genitori.

 

Fonte: l’Adige.it