Il Papa a Lesbo, l’isola prigione dei profughi…e intanto in un solo giorno sbarcano in Sicilia 138 minori soli

papaDalle navi di Obama ai barconi degli scafisti: gli scogli di Francesco. Dopo il viaggio a Lampedusa dell’8 luglio 2013, Papa Francesco parte alla volta di Lesbo, l’isola-prigione dei profughi,  dove arriverà domani 16 aprile 2016.

Un viaggio politico, umanitario ed ecumenico per mettere a nudo la situazione dei diritti umani che, secondo molte organizzazioni umanitarie, non sono rispettati. Papa Francesco con i due patriarchi ortodossi, ripeterà nell’isola greca  il gesto compiuto a Lampedusa: lanciare in mare una corona di fiori per rendere omaggio alle vittime delle migrazioni. A nessuno sfugge che il Mediterraneo è un gigantesco cimitero. Il patriarca Bartolomeo I e l’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Hieronimo saranno al suo fianco, ognuno a rafforzare il ruolo dell’altro.

I tre leader religiosi reciteranno poi una breve preghiera per le vittime delle migrazioni e dopo un minuto di silenzio riceveranno da tre bambini le corone che verranno lanciate in mare. Intorno alle 10.55, ora locale, il Papa raggiungerà in minibus con gli altri due capi religiosi al Centro rifugiati Moria, che ospita 2500 richiedenti asilo. Qui Francesco incontrerà’ 150 rifugiati minorenni non accompagnati che lo attenderanno al suo arrivo lungo le transenne. La giornata si concluderà con la firma di una dichiarazione basata sull’impegno ecumenico richiesto dalla questione umanitaria che interessa la Grecia e l’Europa intera ormai da due anni.

E il viaggio a Lesbo del Pontefice non poteva capitare in un momento più “tempestivo” considerato che proprio ieri, 14 aprile 2016,  c’è stato un’ altra ondata di migranti: quasi 900 migranti sono stati salvati nel Mediterraneo dall’equipaggio della nave militare norvegese Siem Pilot. Di questi sono 138 i minori non accompagnatile cui operazioni di sbarco  e di identificazione al porto di Palermo sono andate avanti per tutta la notte.

I minori non accompagnati identificati sono stati affidati all’assessorato comunale per la cittadinanza sociale. E così, con l’arrivo della “bella stagione” e del mare più “gestibile” si ricomincia con la “conta” degli sbarchi nei quali sempre di più sono i minori.

Dall’inizio dell’anno i ragazzi soli sbarcati sono ben 3.300, mentre l’anno scorso nei primi tre mesi dell’anno erano soltanto 600. In media hanno tra i 15 ed i 17 anni, ma ieri a Palermo è sbarcato un gambiano di 12 anni e l’altro ieri ad Augusta un eritreo di 10.

Sono questi i più fragili tra i fragili: i giovanissimi migranti che, dopo essere scappati dalla guerra e dalla miseria, giungono soli sulle coste europee e troppo spesso vengono ammassati all’interno di grandi centri privi dei riguardi necessari per l’accoglienza dei minori.

Di contro la vera accoglienza è quella familiare, il principio su cui si basa il progetto Bambini in Alto Mare di Ai.Bi, Amici dei Bambini, che ha l’obiettivo di garantire e rafforzare il sistema di una “giusta” accoglienza a favore dei minori non accompagnati, madri sole e famiglie di profughi con bambini piccoli.

In collaborazione con prefetture, comuni, parrocchie e associazioni locali, Ai.Bi ha avviato una serie di iniziative imperniate su un modello di accoglienza familiare, caratterizzato da piccoli numeri, al fine di assicurare non solo una migliore e più efficace assistenza, ma anche l’instaurarsi di relazioni amicali.  Ma c’è ancora tanto da fare: il tuo aiuto è importante! Puoi dare il tuo contributo donando ora, per aiutarci concretamente a rendere l’accoglienza verso i più deboli davvero dignitosa.