Migranti, 400 somali dispersi su quattro barconi. Recuperati 6 cadaveri in un altro naufragio: salvate 116 persone, tra cui 20 donne e un bambino.

piccoli migrantiCercavano di raggiungere l’Italia dall’Egitto ma al momento sono dispersi. E’ così appesa a un filo la vita di  oltre 400 migranti, la maggior parte dei quali somali, di cui al momento si sono perse del tutto le tracce. A darne notizia è il Mail online citando la Bbc in Arabo, che a sua volta cita media locali.

Secondo il tabloid britannico la maggior parte dei migranti fuggiva da Somalia, Etiopia ed Eritrea. Secondo i media somali, una trentina di loro sarebbero stati tratti in salvo. L’ambasciatore somalo in Egitto ha detto alla Bbc in arabo che le vittime sarebbero oltre 400.

Intanto sei cadaveri sono stati recuperati ieri sera, 17 aprile 2016,  su un gommone carico di migranti diretto verso l’Italia, che si trovava nel Canale di Sicilia, a circa 20 miglia dalle coste libiche. Nel corso dell’operazione, coordinata dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, sono state salvate 116 persone, tra le quali 20 donne e un bambino in fuga da Costa d’Avorio, Gambia, Guinea Konakry, Mali, Nigeria, Senegal, Togo, Camerun, Sudan e Liberia.

Secondo quanto si è appreso, la centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, ricevuta la richiesta di soccorso, ha inviato sul punto indicato la nave Aquarius, di 77 metri. L’unità ha raggiunto il gommone, che, a causa del mare molto mosso, rischiava di capovolgersi. I migranti, trasferiti sull’Aquarius, hanno segnalato la presenza dei sei cadaveri, che sono stati trasferiti sulla nave. Quattro avevano ferite da arma da fuoco.

Tra loro anche un ragazzo di quindici e uno di diciassette anni. Non è chiaro se ad esplodere i colpi siano stati i trafficanti di esseri umani, miliziani o terroristi.

Il tutto all’indomani della visita del Papa a Lesbo, avvenuta sabato 16 aprile e conclusasi portando con sé a Roma, in Vaticano, dodici profughi approdati nell’isola greca. Sono tutti musulmani e siriani. Sei sono minorenni.

Sono proprio i ragazzi e i minori i più fragili tra i fragili: i giovanissimi migranti che, dopo essere scappati dalla guerra e dalla miseria, giungono soli sulle coste europee e troppo spesso vengono ammassati all’interno di grandi centri privi dei riguardi necessari per l’accoglienza dei minori.

Di contro la vera accoglienza è quella familiare, il principio su cui si basa il progetto Bambini in Alto Mare di Ai.Bi, Amici dei Bambini, che ha l’obiettivo di garantire e rafforzare il sistema di una “giusta” accoglienza a favore dei minori non accompagnati, madri sole e famiglie di profughi con bambini piccoli.

In collaborazione con prefetture, comuni, parrocchie e associazioni locali, Ai.Bi ha avviato una serie di iniziative imperniate su un modello di accoglienza familiare, caratterizzato da piccoli numeri, al fine di assicurare non solo una migliore e più efficace assistenza, ma anche l’instaurarsi di relazioni amicali.  Ma c’è ancora tanto da fare: il tuo aiuto è importante! Puoi dare il tuo contributo donando ora, per aiutarci concretamente a rendere l’accoglienza verso i più deboli davvero dignitosa.

Fonte: Ansa, gds.it