Volterra, arriva la quinta denuncia a carico di Airone: “Pagati 13mila euro per un figlio mai arrivato”

giudiceLa linea dello scandalo, partita da Pisa, torna a passare dalla Toscana. È arrivata da Volterra, infatti, la quinta denuncia a carico dei vertici dell’ente Airone sul quale pendono già le richieste di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa presentate dalla Procura di Savona, nell’ambito di un’inchiesta avviata nella città della torre pendente.

Il caso è quello dell’ente con sede ad Albenga, in Liguria, attivo fino a qualche anno fa nel seguire gli aspiranti genitori adottivi e poi cancellato dall’albo degli enti autorizzati dalla Commissione Adozioni Internazionali. I giudici pisani iniziarono l’inchiesta a seguito delle denunce presentate da alcune coppie della zona che accusavano Airone di aver chiesto, e ottenuto, da loro forti somme di denaro promettendo di portare a termine le loro procedure di adozione. Ma i bambini non sono mai arrivati.

È quanto accaduto anche ai coniugi di Volterra, il cui sogno di accogliere un figlio adottivo avrebbe dovuto concretizzarsi in Russia. La procedura sarebbe stata la stessa delle altre coppie che hanno denunciato l’ente ligure. Anche gli aspiranti genitori della Valdicecina, infatti, avrebbero versato nelle casse di Airone da 10mila a 13mila euro per la pratica, sostenendo poi a parte le spese per il viaggio nell’Est Europa. Che, nel loro caso, non è stato fatto, perché nel frattempo avevano cominciato a emergere le storie delle altre coppie italiane rimaste incagliate nella vicenda.

La Procura di Savona – a cui quella di Pisa ha trasmesso gli atti per competenza territoriale – sostiene che l’associazione di Albenga avrebbe approfittato del desiderio di decine di coppie italiane di accogliere un bambino orfano o abbandonato. Ma di “magagne” ce ne sarebbero state tante. Una delle coppie pisane, per esempio, nel momento fissato per l’incontro con il futuro figlio, ha scoperto che il bambino non aveva mai ottenuto lo stato di adottabilità. La Procura ligure sospetta anche che gli incontri organizzati da Airone con fantomatici giudici del Kirghizistan – Paese in cui è iniziato lo scandalo – fossero solo delle messe in scena, con l’obiettivo di nascondere che, in realtà, gli iter adottivi non stavano andando avanti.

A far emergere per la prima volta la vicenda fu l’arresto, avvenuto nel 2012, del ministro kirghiso dello Sviluppo Sociale Ravshan Sabirov e della referente di Airone nel Paese ex sovietico Venera Zakirova. Quest’ultima è tra i destinatari delle richieste di rinvio a giudizio emesse dalla Procura di Savona. Oltre a lei, il processo è stato chiesto anche per l’ex presidente dell’ente Silvia La Scala, l’ex vicepresidente Orietta Maini, l’interprete Inna Troukhan e il kirghiso Alexander Angelidi, quest’ultimo ancora latitante.

 

Fonte: La Nazione