Siria. Bombardato campo profughi a Idlib: “Almeno 30 morti”, tanti i bambini. Ma con Ai.Bi. può tornare la speranza per migliaia di sfollati. E domenica la solidarietà corre da Barletta ad Aleppo

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La tregua in Siria si è ridotta a sole parole. Il cessate il fuoco stabilito a seguito di due settimane terribili, con attacchi su ospedali e luoghi di culto che hanno causato la morte di 280 persone, non ha retto a lungo. E’ finito anch’esso sotto una pioggia di bombe. A essere colpito questa volta è stato il campo profughi di al-Camouna, nei pressi di Sarmada, nella regione nord occidentale di Idlib, al confine con la Turchia. Il raid aereo, avvenuto giovedì 5 maggio, ha provocato un numero di vittime che a diverse ore dall’attacco si fa ancora fatica a definire con certezza. In un filmato girato poco dopo il bombardamento, un membro della protezione civile di Sarmada assicurava “ci sono 20 uccisi e più”. Ma i comitati di coordinamento locali avevano già riferito di “almeno 30 morti”, di cui almeno 7 bambini. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, dal canto suo, ha parlato di “almeno 28 persone” rimaste uccise.

“La morte di diversi bambini nel raid di ieri contro il campo profughi è confermato – dice Luigi Mariani, country coordinator di Ai.Bi. – Una foto ritrae dei quaderni colorati mezzi bruciati, sotto quel che resta di una tenda: lì probabilmente si trovava uno dei ‘temporary learning centres’, delle specie di scuola informali dove si fornisce un’istruzione di base ai minori che vivono nei campi”.

Ma è in tutta la Siria che, nonostante la tregua, si continua a morire. Nelle stesse ore in cui avveniva il bombardamento del campo rifugiati nella zona di Idlib, un duplice attacco dinamitardo ha ucciso una decina di persone a est di Homs. E ad Aleppo si sono registrati attacchi aerei e scontri armati fuori dal centro urbano, mentre fonti locali fanno sapere che quattro barili bomba sarebbero stati sganciati sulle zona sud-occidentale.

A fare le spese di questa assurda guerra sono sempre più i civili inermi e in particolare i bambini e le famiglie più fragili. Di fronte a questa tragedia umanitaria senza precedenti, Amici dei Bambini non poteva restare a guardare. Già presente in Siria con interventi di prima e seconda emergenza, Ai.Bi. ha deciso di intensificare il suo impegno nelle zone più colpite: quelle di Aleppo e di Idlib. Per aiutare i bambini e le famiglie di sfollati a sopravvivere e a ritrovare la speranza, c’è però bisogno del contributo di tutti. Per questo Ai.Bi. ha attivato la possibilità di effettuare una donazione libera a favore della campagna Non lasciamoli soli. “Presto Ai.Bi. avvierà delle attività di supporto psicosociale con centinaia di bambini, insieme all’ente partner Shafak e agli operatori che abbiamo appena formato – spiega ancora Mariani -. Ma se nessuno si mobilita davvero, come possiamo essere certi che altri bambini non subiranno in futuro la stessa sorte di quelli di Sarmada?”

Nel frattempo, anche le sedi italiane di Ai.Bi. si sono attivate per sostenere la campagna Non lasciamoli soli. Domenica 8 maggio, a Barletta, nell’ambito della manifestazione pro-Siria di sport e solidarietà “Ciemme ViviBarletta”, Ai.Bi. sarà presente con un proprio banchetto informativo sulle attività in Siria e vi sarà una raccolta di fondi fortemente voluta dalla Homme&Homme di Badr Fakhouri sostenuta da Ciemme e ASD Barletta Sportiva, a favore della popolazione di Aleppo, martoriata dalla guerra civile.

 

Fonti: Avvenire, Rai News, Il Fatto Quotidiano

 

 

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