Rdc. L’ arrivo dei bambini dal Congo: il buco nero di Silvia Della Monica. Le responsabilità del premier Renzi. Latronico (Cor) “Metodiche di accoglienza disumane”

bambini congoI latini dicevano historia magistra vitae”, la “storia è maestra di vita”…ovvero insegna a non ripetere gli stessi errori. Ma non deve averla pensata così Silvia Della Monica, presidente e vicepresidente della CAI (Commissione adozioni internazionali) che dopo i fatti del’11 aprile (l’arrivo “rocambolesco” e segreto dei 51 bambini dal Rdc ndr), ieri (07 maggio) ha ripetuto lo stesso modus operandi: un’ “accoglienza” di 15 bambini con diversi “buchi neri”. Ancora una volta niente di organizzato dal Governo con alcuni genitori che hanno aspettato i bambini all’aeroporto di Fiumicino e altri in caserma come l’ultima volta.

Questo gruppo dei 15 è il secondo “scaglione” dei 133 minori coinvolti nella moratoria delle adozioni internazionali decisa dalla Repubblica Democratica del Congo nel settembre 2013: i bimbi sono attesi ormai da tre anni dai loro genitori. Il via libera alla loro uscita dal Paese è arrivato dalle autorità del Congo quasi due mesi fa ed è stato comunicato ufficialmente il 17 marzo dalla Commissione adozioni internazionali. Da allora un “buco nero” nella gestione della vicenda, con uno scontro aperto tra un folto gruppo di enti – che hanno chiesto trasparenza e la CAI. Risultato: la partenza dei bimbi dal Congo è stata rallentata, rimandata e “nascosta”, anche per i genitori stessi.

Tanto che l’11 aprile scorso, all’alba, con un volo tenuto nascosto sia agli enti sia alle famiglie sono arrivati 51 bambini. Uno sbarco rocambolesco, col gruppo dirottato sulla Scuola di polizia dello Spinaceto. È lì che le famiglie sono state fatte arrivare alla spicciolata. Un bimbo s’è anche sentito male: troppo cibo sull’aereo, dopo tanto digiuno, e al loro arrivo mamma e papà l’hanno trovato che stava male. Primo viaggio insieme: al Pronto soccorso del Bambino Gesù.

Ieri l’arrivo dei 15: annunciato agli enti coinvolti dai referenti locali, per dare il tempo per preparare psicologi e assistenti, pronti ad accompagnare grandi e piccoli in questo delicato momento di incontro, prevedeva lo stesso “piano” ovvero il passaggio dei bambini in una caserma.  Ma la presenza di alcuni genitori a Fiumicino “disturba” il programma di Della Monica e della sua assistente factotum Donatella Piazza). Alla fine, dopo qualche momento di tensione, la Polaria chiama i genitori in un’area riservata ed ecco i piccoli, tutti vicini, sorridenti, cappellino e zainetto rossi della polizia. Cinque ore e mezzo in aeroporto prima d’essere consegnati alle famiglie. Il trasporto in caserma per gli altri. E intanto dovrebbero essere arrivati anche altri 16 bimbi: inizialmente separati dai 15 arrivati ieri in aeroporto, a Kinshasa.

Ma tanta gioia lascia dietro di sé un’ombra: a Kinshasa, bloccati da una burocrazia, restano una cinquantina di bambini.

Secondo fonti locali, di visti pronti ce ne sarebbero già altri 15: se saranno rispettati i tempi elefantiaci di questa tornata, per vederli arrivare serviranno tre settimane. Se si procederà a gruppi di 15, per vedere questi figli d’Italia a casa, con le loro famiglie, bisognerà aspettare l’autunno.

E così, a Brescia, Lecce, Torino, decine di coppie quella gioia la aspettano ancora e intanto si sfogano sui social.

Enzo Cacace, uno dei papà adottivi che ancora aspetta, scrive “Numeri siamo e numeri resteremo. Da goma non arriva nessuno” e ancora i bambini di goma dimenticati da tutti ma non dai genitori. Assordante silenzio della CAI.

A lui fa eco Patrizia Brucato “Portateli a casa in fretta. Ora basta indugiare ma agire” E ancora “mi auguro che le famiglie siano avvisate per tempo. Non viviamo tutti a Roma!”. Danila scrive “Abbandonati nel silenzio più assoluto..:Dove sono? Non conosco più neanche i loro volti..”  e infineEnzo Cacace si sfoga sconsolato “i bambini di GOMA è il sacrificio che permette a tutti gli altri bambini di arrivare per primi”

E intanto la gestione sui generis della CAI non lascia indifferente neanche i politici, come l’on. Cosimo Latronico (Cor) che si chiede “perché la CAI non organizza un servizio di supporto e di informazione per i genitori provati? Perché si adottano metodiche di accoglienza disumane ed inverosimili? Sono ancora una volta testimone del dolore di famiglie provate da comportamenti di istituzioni pubbliche che dovrebbero agevolare l’accoglienza ed invece la complicano con tratti di disumanità che  non si possono tollerare.”
Il governo Renzi è stato più volte sollecitato in Parlamento
– conclude –  ad assumere provvedimenti risolutivi, senza riscontri fino ad ora con nostro grave disappunto

 

Fonte: avvennire, sassilive.it