Cile. Seminario internazionale sul futuro dell’adozione. “Necessario ridurre i tempi per permettere ai bambini abbandonati di trovare al più presto una famiglia”

convegno senameAffrontare le criticità di oggi per rendere più semplici le adozioni di domani, con l’obiettivo di dare una famiglia a sempre più bambini abbandonati. Questi i punti centrali del convegno “Verso la costruzione di un sistema nazionale delle adozioni”, tenutosi a Santiago del Cile il 27 e 28 aprile. Il seminario internazionale è stato organizzato dal Sename (Servicio Nacional de Menores) – Autorità Centrale cilena per le adozioni internazionali -, in collaborazione con il Dipartimento per i Servizi di Adozione del ministero della Giustizia e le Università cattoliche “Raul Silva Henriquez” e “Alberto Hurtado”. Alla due giorni dedicata alle adozioni hanno preso parte esperti di accoglienza adottiva provenienti da tutto il mondo, oltre che esponenti della politica e di diverse realtà accademiche del Paese sudamericano. Presenti in particolare i rappresentanti delle Autorità Centrali di diversi Paesi, quelli di alcuni enti accreditati in Cile – tra cui Amici dei Bambini -, il direttore de Sename Hugo Herrera, il capo del dipartimento per i Servizi di Adozione Maria Fernanda Galleguillos e il rettore della “Raul Silva Henriquez” Jorge Baeza.

Nel corso del seminario si sono affrontati i diversi nodi critici che al momento caratterizzano il panorama cileno delle adozioni. Tra gli spunti di riflessioni più importanti emersi nei due giorni di convegno, quello di un deputato cileno che ha messo in evidenza come attualmente ci siano ancora degli ostacoli per le coppie che desiderano adottare in Cile. “Si continua a privilegiare il reinserimento familiare – ha denunciato il rappresentante del parlamento di Santiago -, per cui passano diversi anni prima di ottenere la dichiarazione di adattabilità di un minore, costringendolo così a restare nella sua famiglia allargata in maniera precaria, non stabile. In questo modo lo stato di adottabilità di molti bambini arriva quando ormai sono già diventati grandi e trovare una famiglia per loro risulta sempre più difficile. Questa è la situazione su cui dobbiamo lavorare”.

Un chiaro richiamo a semplificare la procedura per dare la possibilità a tanti bambini di trovare una nuova famiglia.

Dal confronto tra i diversi punti di vista, è emersa anche la posizione del rettore dell’Università Cattolica “Raul Silva Hernandez”, Jorge Baeza. “La vocazione all’adozione – ha detto Baeza – è una chiamata a pensare alla famiglia come spazio sociale, non solo per l’individuo”. E citando Papa Francesco ha ricordato che il Pontefice, in una sua esortazione apostolica intitolata l’Allegria dell’Amore, ha sottolineato che “l’adozione è un modo per raggiungere la paternità e la maternità con generosità: adottare è l’atto d’amore per regalare una famiglia a chi non ce l’ha”. “Esorto quindi le coppie ad aprire il loro amore coniugale all’accoglienza di chi è stato privato di un vero contesto familiare – ha proseguito il rettore -. È necessario insistere affinché le leggi rendano più semplici le procedure adottive, curando in primo luogo gli interessi dei bambini”.

Le questioni affrontate nel convegno sono quindi le più urgenti da risolvere. “Dietro le risposte che verranno date – ha concluso Baeza – c’è sempre un bambino in attesa di un’adozione che gli permetta di vivere con una famiglia e di raggiungere la felicità”.

 

Fonti: Sename, Ucsh