Africa. Continua il massacro dei piccoli albini, vittime della brutalità della superstizione. Le parole non bastano più!

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Esiste una storia simile a Rosso Malpelo, il ragazzo della celebre novella di Verga, considerato cattivo solo in virtù dei suoi capelli rossi. E’ la storia che ha come protagonista il continente africano e i bambini albini, perseguitati per un crudele mercato alimentato da superstizione e credenze popolari.

Pelle, occhi e capelli chiarissimi, così differenti da tutta la popolazione, da essere ricercati perché considerati magici  per curare malattie letali, come l’Aids.

Ad essere più colpiti da questo sterminio, causato da ignoranza, sono soprattutto gli Stati dell’Africa orientale: la Tanzania e il Malawi, che dal 2014 registra un aumento dei delitti contro gli albini.

Una violenza senza precedenti. C’è un clima di costante paura di essere torturati, uccisi e rapiti – si legge in alcuni studi internazionali – : chiediamo, quindi, al presidente del Malawi di proteggere le persone affette da albinismo dalle aggressioni e di portare avanti alla giustizia i responsabili di tali persecuzioni”.

Lo stesso presidente malawiano, Peter Mutharika, ha detto di ‘vergognarsi’ per questi attacchi brutali che, sempre più spesso, colpiscono le fasce più deboli: le donne e i bambini.

È una persecuzione che va avanti da decenni e che per molto tempo è rimasta pressoché sconosciuta all’opinione pubblica.

I primi “provvedimenti” risalgono al 2006, quando, dopo alcuni casi di violenza, il problema degli albini africani ebbe un’eco a livello mondiale. Il lavoro delle organizzazioni e l’attenzione mediatica spinsero il governo a prendere provvedimenti. Uno di questi era l’istituzione dei centri d’accoglienza per bambini albini gestisti dal ministero dell’Educazione, dove i minori vittime di violenza avrebbero potuto rifugiarsi.

Ma nella maggior parte dei casi i bambini vengono abbandonati e i centri sono diventati delle “discariche” per i minori indesiderati. Misure governative troppo flebili, dunque.

Sono bianchi in Africa, sono gli ultimi degli ultimi”. Con queste parole lo scrittore Cristiano Gentili definì gli albini nel suo libro “Ombra Bianca”, lanciando una campagna di sensibilizzazione mediatica di cui Papa Francesco è stato il primo testimonial d’eccezione.

Cosa fare? Come aiutarli? E chi, soprattutto, può intervenire avendone il “potere” di fare qualcosa dall’ “alto” della sua carica istituzionale? Insomma, chi può accogliere il grido silenzioso di questi bambini? Perché queste anime indifese potrebbero essere salvate con l’accoglienza, con l’adozione internazionale.

È per questo che già lo scorso giugno 2015 fu lanciato un appello a Federica Mogherini, Alto Commissario per gli Affari Europei, affinché si facesse portavoce della tragedia che si consuma nei Paesi africani.

Ma niente si è mosso e intanto questo sterminio “silente” continua. I Paesi “civili” non possono rimanere indifferenti a questo orrore: il braccio di un bambino albino viene venduto per circa 4.000 dollari; un corpo intero può sfruttarne fino a 75 mila.

Le parole non bastano più, è necessario ricorrere a mezzi d’amore concreti.