Costi e tempi eccessivi delle adozioni. Lo scivolone del sottosegretario Vicari: “Colpa delle lobby”. Ma la paralisi del settore l’ha voluta il governo

costi adozioneBuona la proposta di favorire le adozioni dei minori stranieri non accompagnati, ma decisamente discutibile il commento sulle cause degli ostacoli che l’adozione internazionale sta incontrando in questi ultimi anni in Italia. Promossa nella pratica, ma bocciata nella teoria, insomma, Simona Vicari, sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture.

Auspicando che al più presto arrivi un decreto in grado di istituire “un ponte umanitario per agevolare l’adozione dei bambini non accompagnati o orfani di guerra”, Vicari ha ipotizzato una deroga di almeno 2 anni per queste adozioni e una delega ai prefetti affinché vengano emessi celermente i decreti per le famiglie adottive. L’obiettivo è nobile: ridurre i tempi e i costi dell’accoglienza adottiva, almeno nel caso dei piccoli migranti e degli orfani di guerra. Ma la proposta è stata accompagnata da un duro attacco alle presunte lobby che renderebbero difficili le adozioni nel nostro Paese. Lobby che, secondo il sottosegretario, sarebbero responsabili della “barbarie dei circa 40mila euro per una adozione” e “dei 2 anni di tempo (in alcuni casi anche molto di più)”.

Sul fatto che i tempi troppo lunghi e i costi eccessivi siano due delle ragioni della crisi delle adozioni internazionali in Italia siamo d’accordo tutti.. E siamo concordi con Simona Vicari quando afferma che tale “barbarie” debba “essere superata”.

Ma costi e tempi eccessivi non sono due problemi nati dal nulla. E soprattutto non sono due problemi irrisolvibili. Come membro del governo, il sottosegretario dovrebbe chiedersi perché l’esecutivo di cui fa parte non ha fatto nulla per porre un freno a questi problemi, salvando l’adozione internazionale dalla deriva in cui è caduta. Al contrario, l’attuale governo ha lasciato il sistema nella più totale paralisi per quasi 3 anni.

Prendiamo il caso dei costi. È vero che sono eccessivi, ma è vero anche che esiste una forma di sostegno alle coppie: il fondo per i rimborsi di parte delle spese sostenute nel corso dell’iter adottivo. Rimborsi che non sono un optional, ma un diritto delle famiglie. Ma, nel 2016, il fondo sta ancora erogando i rimborsi alle coppie che hanno adottato nel 2011 e solo da pochi mesi – ovvero da quanto il ministro Maria Elena Boschi è stata nominata nuova presidente della Commissione Adozioni Internazionali – sembra che ci si stia lentamente smuovendo da questo stallo.

Sui tempi, la lentezza della burocrazia, la severità delle procedure di valutazione degli aspiranti genitori, l’eccessiva articolazione delle procedure sono note a tutti. Ma da anni si parla di una riforma del settore, senza che questa sia mai stata effettivamente messa in pratica.

Anziché risolvere questi problemi, però, il governo ha lasciato che la Cai restasse paralizzata per anni, mettendo l’adozione internazionale in coda alla lista delle sue priorità. Tra le conseguenze di questa paralisi assoluta c’è anche quella “barbarie”, a cui il sottosegretario Vicari giustamente accenna, sbagliando però la mira quando si tratta di individuarne i responsabili.