Belluno, Adozione e famiglia allargata: l’accoglienza di un bambino abbandonato vista con gli occhi di nonni e zii

nonni-e-nipotiL’accoglienza si può imparare anche dai nonni e dagli zii. Non sono solo i genitori infatti a essere coinvolti, emotivamente e concretamente, quando in casa arriva un bambino adottato. Un ruolo fondamentale nel processo di inserimento e di integrazione del minore nella sua nuova realtà ce l’hanno tutti i membri della famiglia allargata. Proprio di “Adozione e famiglia allargata” si parlerà venerdì 14 ottobre a Belluno nel corso del primo dei due incontri sul tema “Parliamo di adozione”.

L’appuntamento è per le ore 18 nella sala Cucchini dell’ospedale “San Martino” della città veneta. Per circa due ore, le coppie adottive e gli addetti ai lavori potranno conoscere meglio la realtà dell’accoglienza di un bambino abbandonato vista con gli occhi dei nonni e degli zii. A portare la propria testimonianza saranno proprio componenti di famiglie allargate che hanno vissuto l’esperienza dell’arrivo di un nipote adottivo. A partire dai loro interventi, la dottoressa Anna Maria Elisa Rossi, psicologa e psicoterapeuta della sede veneta di Amici dei Bambini, fornirà una sorta di “manuale di istruzioni” per l’accoglienza in famiglia di un bambino adottato e presenterà una panoramica delle specificità e degli aspetti più affascinanti di un percorso come quello dell’adozione.

L’incontro è aperto sia alle famiglie – quelle che hanno già adottato e le coppie ancora in attesa – che ai professionisti che lavorano a contatto con i minori adottati: insegnanti, pediatri, operatori sociali.

Al seminario del 14 ottobre seguirà quello del 4 novembre quando, con la referente di Ai.Bi. Veneto, la dottoressa Alice Paolin, si parlerà di “Web e ricerca delle origini. L’utilizzo dei social”.

I due appuntamenti sono frutto di una collaborazione, nata per l’anno 2016-2017, tra Ai.Bi. e l’Usl 1 di Belluno, nell’ambito del Ptva (Progetto territoriale Veneto adozioni): un’iniziativa della Regione Veneto che finanzia progetti co-gestiti dalle Usl e dagli Enti Autorizzati operativi sul territorio regionale per la promozione della cultura dell’adozione. Un’esigenza quest’ultima particolarmente sentita nel Bellunese: area montana, scarsamente abitata e con un indice di vecchiaia elevato, in cui, oltre a una bassa natalità, negli ultimi anni vi sono state anche poche coppie che hanno intrapreso il percorso adottivo. I progetti realizzati in questo territorio puntano quindi a sostenere le famiglie adottive in particolare per quanto riguarda i problemi dell’età adolescenziale e quelli legati all’inserimento scolastico dei loro figli.