20 novembre, Giornata mondiale infanzia: a che punto è l’Italia nel rispetto dei diritti dei bambini? Il caso dell’adozione internazionale

dirittibambini-600Il 20 novembre ricorre la Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza. La data è stata scelta per ricordare il giorno in cui è stata firmata la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia (CRC, secondo l’acronimo inglese): era il 20 novembre 1989 e per la prima volta i diritti dei bambini venivano riconosciuti in uno strumento giuridico destinato a diventare il trattato internazionale più ratificato al mondo. L’Italia ha fatto proprie le garanzie della Convenzione con la legge 176 del 27 maggio 1991. Oggi c’è un solo Paese che non ha ancora ratificato la CRC: gli Stati Uniti d’America.

 

Ma vediamo quali sono i diritti dell’infanzia sanciti dalla Crc. Innanzitutto i diritti al nome, alla cittadinanza e a crescere con i propri genitori (previsti dagli articoli 7, 9 e 10 della Convenzione), a una propria identità (art. 8), a incontrare altre persone, fare amicizia con loro e fondare delle associazioni (art. 15), a essere protetti contro ogni forma di violenza, abbandono e maltrattamento anche se proveniente dai genitori (art. 19). Tra i più importanti c’è sicuramente il diritto di vivere con la propria famiglia e, quando ciò non fosse possibile, di ricevere cure alternative attraverso l’accoglienza in affidamento familiare, in comunità o in kafala, oppure attraverso l’adozione nazionale o internazionale (art. 18, 20, 21). E ancora: il diritto di godere di buona salute (art. 24); di vivere in un ambiente familiare in un’atmosfera di felicità amore e comprensione, per poter raggiungere il pieno ed armonioso sviluppo della personalità  (preambolo e art. 27), il diritto all’istruzione (art. 29). E molti altri che si possono trovare nella lista completa dei diritti della Convenzione.  

 

Detto questo, a che punto è l’Italia nel rispetto dei diritti dell’infanzia?

Un gruppo di circa 90 associazioni si riunisce ormai da oltre 10 anni per fare il punto su quale sia la situazione in Italia e per monitorare i progressi realizzati nella materia. Ogni anno viene pubblicato un rapporto che contiene delle raccomandazioni alle autorità italiane nell’ottica del miglioramento delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza nel nostro Paese e per mettere fine alle violazioni dei diritti che, purtroppo, ancora oggi si verificano.

Il rapporto n. 9 del 2016 contiene 143 raccomandazioni indirizzate in particolare a rappresentanti di Governo, Enti Locali e parlamentari, con specifiche richieste di intervento. Molte di queste richieste sono rivolte alla Commissione Adozioni Internazionali. Alla Cai, che non si riunisce più dal giugno 2014, le 90 associazioni hanno chiesto di riunirsi fin da subito così come previsto dalla legge, in assolvimento dei suoi compiti istituzionali, e di deliberare con particolare urgenza, entro il giugno 2016, sia la pubblicazione dei dati 2014 e 2015 delle adozioni internazionali, sia le erogazioni dei finanziamenti agli Enti autorizzati già approvati dalla CAI con il Bando per i progetti di sussidiarietà del 20112012, già realizzati e rendicontati dagli stessi Enti.

Tra le altre raccomandazioni, le principali sono state rivolte all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, al Presidente del Consiglio, al Ministero della Giustizia e al Parlamento.

Al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, il gruppo Crc ha chiesto di provvedere a convocare un Tavolo di confronto sulla realtà degli affidamenti prolungati e a promuovere una ricognizione e una riflessione sugli affidamenti familiari a parenti e a terzi, mirate a promuovere tutte le potenzialità di questi interventi.

Alla Premier, invece, le 90 associazioni hanno raccomandato di istituire una regia unitaria delle disposizioni e degli interventi di politica minorile e per le famiglie, al fine di superare l’attuale frammentazione esistente in tale ambito, e di dotare tutti i Tribunali per i Minorenni e le Procure della Repubblica per i minorenni delle risorse necessarie al fine di rendere effettivo il controllo e il monitoraggio costante della situazione dei minorenni fuori famiglia.

L’operatività della Banca Dati Nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione in tutti i 29 Tribunali per i Minorenni entro il 2016 è la richiesta rivolta al Ministero della Giustizia.

Al Parlamento, infine, si è chiesto di approvare la proposta di legge A.C. 1658 contenente misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati e a tutti i Garanti regionali per l’infanzia di promuovere la creazione, presso le sedi giudiziarie, di albi riservati ai tutori volontari ed elenchi di famiglie disponibili all’affidamento familiare, nonché la stipula di Protocolli di Intesa che li rendano operativi e la realizzazione di corsi di formazione interdisciplinare per i tutori dei minori stranieri non accompagnati e per le famiglie disponibili.