Allarme denatalità: 17mila nati in meno nel 2015, crollo del 60 % delle adozioni internazionali. De Palo (Forum Famiglie ): “ La Politica non è interessata”

culle vuoteNon si arresta il crollo demografico divenuto ormai una malattia cronica della società italiana. L’Istat, nel suo rapporto su “Natalità e fecondità della popolazione residente”, rileva come, nel 2015, nel nostro Paese siano nati solo 485.780 bambini. Quasi 17mila in meno rispetto al 2014. Per il secondo anno di fila, quindi, il numero di nuovi nati non raggiunge il mezzo milione, toccando un nuovo minimo storico dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. La conferma della diminuzione della natalità rappresenta un nuovo campanello d’allarme sulla pressoché totale mancanza di politiche a sostegno della famiglia. Una piaga a cui si aggiunge il continuo calo delle adozioni internazionali.

Il crollo demografico del 2015 è da attribuire principalmente alle coppie i cui membri sono entrambi italiani. Solo 385.014 i bambini messi al mondo nel 2015 da queste famiglie, oltre 95mila in meno rispetto al 2008. A fare segnare il calo più preoccupante sono le coppie sposate: all’interno del matrimonio, infatti, nel 2015 sono nati solo 346.169 bambini, quasi 120mila in meno di 7 anni prima. “Tiene” invece il dato dei figli di genitori non sposati: quasi 140mila nel 2015, ovvero il 28,7 del totale, con punte di oltre il 31% nelle regioni del Centro-Nord.

Contrariamente alla recente tradizione, neppure le famiglie straniere riescono più ad rallentare il crollo demografico. Scende infatti anche il numero dei nati da coppie miste (solo 101mila) e interamente straniere (72.096, 3mila in meno rispetto al 2014).

“Meno bambini oggi vuol dire il crollo del sistema pensionistico e il collasso del sistema sanitario domani”, è l’allarme lanciato da Gigi De Palo, presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari. Il quale individua con chiarezza il maggiore responsabile di questa crisi. “Il crollo demografico sembra non appassionare la politica – denuncia De Palo -. Aggiungiamo che 8,3 nati su 100 hanno una madre ultra40enne. I figli sono pochi e arrivano anche fuori tempo massimo. Anche l’Ocse, ricorda il presidente del Forum, tira le orecchie all’Italia, per la quale dovrebbe essere prioritario un programma nazionale mirato per contrastare la povertà delle famiglie con bambini”. “Se oggi fare un figlio è diventata una delle prime cause di povertà – si chiede De Palo – come possiamo pensare di invertire questa tendenza? Abbiamo bisogno di politiche fiscali a dimensione famigliare. Del resto, sottolinea il presidente del Forum, “la ricerca di una soluzione è un argomento capace di unire tutto il Paese, al di là dei partiti o delle visioni ideologiche perché è un’emergenza oggettiva”.

Nell’interesse di tutti dovrebbe essere anche arginare il crollo demografico sostenendo l’adozione internazionale. I dati invece ci dicono che la crisi, iniziata nel 2011, non sembra arrestarsi neppure nel 2016: nell’anno in corso, infatti, sarebbero solo 1.700 i minori stranieri adottati da famiglie italiane. Un dato che segnerebbe un crollo del 60% rispetto a soli 5 anni prima. Altro effetto, tra le varie cose, del disinteresse della politica verso le politiche famigliari.

 

Fonti: Ansa, Forum Nazionale delle Associazioni Familiari