Anche l’eterologa nei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza). Mentre il ministro Lorenzin esulta, l’adozione internazionale resta la Cenerentola abbandonata da tutti

lorenzin“Passaggio storico per la Sanità italiana”. Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha salutato, giovedì 12 gennaio, la conclusione dell’iter che ha portato all’approvazione dei nuovi Lea – Livelli essenziali di assistenza. Tra le terapie che il Servizio Sanitario Nazionale dovrà fornire gratuitamente c’è anche la fecondazione eterologa. Un ulteriore schiaffo all’adozione internazionale e alle famiglie che, sostenendo costi spesso ingenti, scelgono la strada dell’accoglienza di un bambino abbandonato, piuttosto che della “produzione” del figlio biologico a tutti i costi.

Dando il via libera ai nuovi Lea, il premier Paolo Gentiloni ha di certo introdotto  importanti novità nel settore sanitario, come la ridefinizione e l’aggiornamento degli elenchi delle malattie rare e di quelle croniche e invalidanti per le quali lo Stato deve garantire le relative prestazioni sanitarie a costo zero per tutti i cittadini. Un aggiornamento atteso da 15 anni. Il decreto che vara i nuovi Lea è stato firmato dal ministro Lorenzin lo scorso 22 dicembre e quindi sottoscritto al titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan, prima di finire sulla scrivania del premier. Ora verrà registrato alla Corte dei Conti e pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”.

Ma l’esultanza del ministro Lorenzin non trova alcuna giustificazione se si pensa che i Lea garantiranno a tutti gratuitamente anche il ricorso alla fecondazione eterologa. Una novità che rende l’adozione internazionale sempre più la Cenerentola delle diverse forme di genitorialità. L’accoglienza di un bambino abbandonato straniero, infatti, resta definitivamente l’unica modalità a pagamento di avere figlio nel  nostro Paese.

Le misure di sostegno economico all’adozione internazionale sono poche e troppo spesso non vengono concretizzate. Basti pensare alle procedure di rimborso delle spese sostenute nel corso degli iter adottivi, ancora ferme all’erogazione delle somme spettanti alle coppie che hanno adottato nel 2011. E la totale inefficienza dell’istituzione che dovrebbe sovraintendere all’adozione internazionale in Italia: quella Commissione Adozioni Internazionali paralizzata ormai da 3 anni, nei quali il sostegno e l’accompagnamento delle famiglie è stato praticamente nullo. Neppure la nomina dell’ex ministro Maria Elena Boschi alla presidenza della Cai è riuscita a invertire questa rotta. Rivelandosi, purtroppo, solo una grossa illusione. A testimonianza di come i recenti governi si siano totalmente disinteressati all’adozione internazionale.

Ulteriore prova di questo arriva ora con la garanzia della gratuità anche per chi si rivolge all’eterologa, mentre le uniche coppie che dovranno ancora pagare per avere un figlio saranno quelle che sceglieranno l’adozione internazionale.

Eppure, secondo quanto reso noto da un’indagine Censis-Ibsa, solo il 22% di chi prova la fecondazione eterologa riesce davvero a far nascere un bambino. Tantissime delle coppie che falliscono questo percorso, finiscono comunque per rivolgersi all’adozione internazionale. Ma lo fanno dopo aver perso tempo e aver patito mille sofferenze nei tentativi non riusciti, e spesso più volte ripetuti, di metter al mondo un bambino attraverso l’eterologa.

Ecco perché ancora una volta rivolgiamo un appello alle istituzioni e in particolare al governo: non abbandonare l’adozione internazionale e salvarla dall’attuale paralisi.

 

Fonti: L’Huffington Post, Quotidiano.net