Un anno fa, in catene per i nostri figli. Le minacce di Enzo B alle famiglie del Comitato RDC. L’incoraggiamento a Familyforchildren “Perseverate”

comitato rdc 23L’unione fa la forza. Mai come in questo caso “modo di dire” è stato più calzante. E a fare fronte compatto sono due tra i comitati più rappresentativi di genitori adottivi, comitato Rdc e Familyforchildren, che nell’ultimo anno hanno avuto il coraggio di alzare la voce per fare rispettare i diritti propri e soprattutto dei bambini ancora in attesa di arrivare in Italia.

Nel caso dei genitori del Comitato Rdc, i genitori in attesa sono anche arrivati a incatenarsi, lo scorso 20 gennaio, davanti a Montecitorio per pretendere delle comunicazioni, sui propri iter adottivi fermi al palo, da parte della CAI (Commissione adozioni internazionali) trincerata in un silenzio ferreo e impenetrabile.

E’ proprio il Comitato Rdc a fare un bilancio di quest’ultimo anno di lotte sul campo e a suon di post sui social e interviste sui giornali e tv. Un bilancio amaro in cui, come loro stessi scrivono sul sito genitoriadottivirdc, ricordano quando si sono incatenati “eravamo una trentina fra genitori adottivi e parenti, in rappresentanza di circa 25 famiglie adottive coinvolte nel blocco dell’uscita dei bambini adottati in Repubblica Democratica del Congo. Erano, allora, 847 giorni che questi bambini, già regolarmente adottati e con tanto di doppia sentenza dei tribunali congolesi in merito, attendevano di poter arrivare in Italia”.

Eravamo in pochi, certo, rispetto alla totalità delle 120 famiglie allora ancora in attesa – scrivono – ma coraggiosamente determinati a far sentire la propria voce e accendere i riflettori su una vicenda sulla quale si era troppo e colpevolmente taciuto fino ad allora. Un gesto forte, per scuotere le coscienze dei nostri governanti davanti all’immobilismo e, soprattutto, alla mancanza di comunicazione da parte della Commissione Adozioni Internazionali nei nostri confronti”.

E così questi genitori ricostruiscono le emozioni, le difficoltà e gli ostacoli creati ad hoc che li hanno accompagnati prima e durante l’incatenamento in piazza. “Non è stato facile arrivare a Montecitorio perché – scrivono – fino in ultimo ci siamo trovati l’opposizione da parte di alcuni dei nostri enti adottivi…La sera prima della manifestazione alcuni di noi hanno ricevuto telefonate minatorie, da parte dei rappresentanti del proprio ente,  che invitavano la diserzione alla manifestazione. Ancora più grave, riteniamo, le nemmeno troppo velate minacce ricevute in forma scritta da parte di un ente adottivo verso le coppie che avevano affidato a questo il proprio sogno di diventare una famiglia”.

Ma chi è questo ente che si permette di minacciare in questo modo dei genitori, sfiniti da un percorso adottivo già lungo di suo, al quale in quel momento si erano aggiunti ulteriori 847 giorni di attesa e che non avevano ancora una prospettiva temporale per l’incontro con i propri figli? La risposta è subito servita dallo stesso Comitato Rdc: Enzo B.

Quell’ente al centro da qualche giorno a questa parte di una polemica precisa il Comitato Rdc – con un centinaio di famiglie del comitato Family for Children, che ha visto anche l’apertura di un’indagine da parte di una Procura. Enzo B è quell’ente che, attraverso comunicati ufficiali, sosteneva la legalità delle adozioni e l’operato di questa Cai. Commissione adozioni internazionali che qualche mese prima ci aveva scritto queste belle parole”.

Ecco, questa Cai che ha taciuto e non si è mossa – aggiunge – nemmeno davanti alle centinaia di segnalazioni ricevute dalle famiglie di Family for Children, era quella stessa Cai sostenuta a gran voce da Enzo B, quella Cai che, ancora in tempi lontani dall’idea di organizzare la manifestazione, alludeva alla nostra mancata capacità genitoriale

Un lungo post di bilancio il cui intentonon è auto celebrativo – precisano – non è questo il nostro interesse. Quello che abbiamo vissuto lo sappiamo solamente noi…Questo nostro messaggio è per chi ancora sta lottando!”  Ovvero alle famiglie di familyforchildren a cui dicono: “PERSEVERATE, NON ABBATTETEVI, ANDATE AVANTI!. Comprendiamo benissimo che la vostra situazione è ancora più difficile della nostra. Avete affidato le vostre speranze e i vostri sogni di famiglie a persone che oggi nemmeno vi ascoltano. Sappiamo benissimo che cosa state provando”.

E ancoraCoraggio ragazzi, non mollate! Noi siamo con voi e con tutti quelli che combattono per aver giustizia in questo mondo delle adozioni, che si è rivelato totalmente diverso dall’isola felice che ci era stata descritta all’inizio del nostro cammino”.

“A voi, ma anche a tutti quei genitori che ancora oggi stanno combattendo per aver giustizia per dei bambini mai arrivati – concludono i genitori del comitato Rdc – e che presto si troveranno in un’aula di un tribunale per portare avanti la propria coraggiosa battaglia, và il nostro più sincero e sentito augurio e l’incoraggiamento a proseguire nella loro battaglia perchè… Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta!”