Adozioni. Canzio: “Serve una legge su adozioni e figli per le coppie gay” Ecco le priorità del Primo Presidente della Corte di Cassazione. Dimenticati ancora una volta i diritti dei bambini abbandonati

adozioni gayServe una legge sulle adozioni e figli per le coppie gay“. Ecco in estrema sintesi il “pensiero” del Primo Presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, che nella relazione con la quale ha aperto l’anno giudiziario si è soffermato a lungo sulla necessità e impellenza di mettere mano ad una legge che permetta l’adozione alle coppie omosessuali.

Secondo Canzio, infatti, “la Cassazione non può e non intende sottrarsi al dovere di apprestare tutela ai diritti fondamentali della persona, seguendo il criterio guida dell’interesse preminente del minore“. Il primo presidente ha, così, ricordato il verdetto della Cassazione che ha riconosciuto l’adozione da parte del convivente dello stesso sesso del figlio del partner, escludendo ogni rilievo “all’orientamento sessuale” della coppia e favorendo solo “il consolidamento del rapporto tra il minore e chi già se ne prende cura“.

Da queste sentenze, per Canzio emergerebbe “una ricostruzione dell’istituto famiglia intesa come comunità di vita e di affetti, incentrata sui rapporti concreti che si instaurano tra i suoi componenti, all’interno della quale il criterio guida resta quello dell’interesse preminente del minore“.

Gravi dichiarazioni che hanno provocato subito la reazione di politici e non. Per il senatore Carlo Giovanardi (IDEA Popolo e libertà) “Canzio, nella sua relazione, stravolge la realtà per quanto riguarda l’adozione dei figli per le coppie omosessuali“.

Infatti, “in Italia una legge c’è ed è chiarissima, possono adottare soltanto le coppie eterosessuali regolarmente sposate e le eccezioni valgono soltanto per i bambini che hanno perso sia il padre che la madre”.

Giovanardi ricorda, inoltre, che “il Parlamento ha implicitamente confermato tale norma quando qualche mese fa ha stralciato il tentativo di introdurre nel disegno di legge sulle unioni civili la cosiddetta stepchild adoption”.

E  ancora il senatore ricorda come in linea la Corte europea per i diritti dell’uomo abbia ribadito solennemente chel’interesse superiore del bambino è quello di avere un padre ed una madre e non di essere comprato all’estero attraverso pratiche ripugnanti come quella dell’utero in affitto”.

Le dichiarazioni di Canzio non sono condivise neanche da Marco Griffini, presidente di Ai.Bi, Amici dei Bambini, per il quale “questo è l’ennesimo colpo che viene inferto alle famiglie adottive: ancora una volta i grandi ‘dimenticati’ sono i bambini soli e abbandonati.

A loro nessuno pensa – continua Griffini –: la priorità sono sempre gli adulti. Prima l’inserimento dell’eterologa nei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) e ora questo colpo basso della Cassazione: le famiglie adottive vengono messe sempre in un angolo”.

Canzio parla di “interesse superiore del minore”…”si ma non quello dei bambini abbandonati – precisa Griffini –. Loro non hanno interessi da difendere? Per loro sembra non esserci alcuna speranza di trovare una casa, una mamma e un papà: per loro nessun futuro a meno che non passi una legge che permetta anche agli omosessuali di adottarli?”.

Per Griffini “solo allora forse ci si accorgerà anche della loro ‘esistenza’: solo allora forse l’attenzione dei media, dei politici e dei magistrati si accenderà anche sul loro destino. Solo allora forse l’attenzione si sposterà magicamente sull’adozione internazionale”. Una realtà quest’ultima in pieno e costante sfacelo negli ultimi 3 anni durante i quali la principale autorità preposta, la CAI (Commissione adozioni internazionali) avrebbe, invece, potuto assicurare la tenuta e il rilancio del sistema.

E che dire, inoltre, delle migliaia di bambini ‘invisibili’ – aggiunge Griffini – i cosiddetti ‘figli del limbo’ , i minori che vivono fuori famiglia nelle comunità educative, in affido e nelle case famiglia?”. “Di loro non si conosce neanche il numero esatto – denuncia Griffini –: il Guardasigilli Andrea Orlando, lo scorso maggio, nel corso della sua audizione alla commissione Giustizia della Camera (nell’ambito dell’indagine conoscitiva in vista della riforma della legge sulle adozioni), ricordando la vicenda della Banca dati, aveva sottolineato che il suo pieno funzionamento era condizionato dal completamento dell’informatizzazione dei Tribunali per i Minorenni, e che questo sarebbe stato completato entro il prossimo 30 settembre 2016”. Ma tutto ciò non è diventato realtà. E così a causa del “mistero della Banca dati fantasma” un “esercito di figli mancati” non ha trovato una famiglia.

Bambini abbandonati, famiglie adottive, figli “del limbo” sono tutti reali ma invisibili agli occhi di giudici, magistrati e politici e per questo “titolari” di diritti non degni di tutela.

Le parole di Canzio non sono piaciute neanche alla deputata Elena Centemero (Forza Italia), presidente della Commissione Equality and Non discrimination del Consiglio d’Europa: “Pur nel rispetto del primo presidente della Cassazione, non posso che dissentire dall’invito a legiferare sulla stepchild adoption che è inevitabilmente legata alla pratica della maternità surrogata“.

Il Consiglio d’Europa – prosegue l’esponente di Forza Italia – si è più volte espresso contro la surrogazione, considerata gravemente lesiva dei diritti dei minori e delle donne, il cui corpo non può essere oggetto di mercificazione per la soddisfazione del desiderio altrui di genitorialità a tutti i costi. Senza dimenticare il recente pronunciamento della Corte europea dei diritti umani che ha di fatto aperto la strada alla possibilità dello Stato di limitare in maniera concreta il ricorso alla maternità surrogata, pratica che va messa al bando a livello internazionale“.

Non da ultimo  Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli  precisa che “la legge sulle adozioni è chiara e cristallina nel dare al bambino quello che ha perso, ovvero le figure genitoriali del padre e della madre. Qualsiasi altra interpretazione va contro gli interessi del bambino e incoraggia pratiche come l’utero in affitto