Con il turismo delle adozioni, ora gay, single e coppie di fatto potranno adottare. Unico problema: trovare i soldi necessari

tribunale minorenni targa bis 400 286A colpi di sentenze, i Tribunali per i Minorenni italiani stanno rapidamente seppellendo lo spirito di accoglienza. Le recenti pronunce delle corti di Trento e Firenze, che hanno concesso l’adozione a due coppie omosessuali, hanno contribuito a rendere l’adozione niente di più che una mera questione economica, svuotata di ciò che ha da sempre rappresentato il suo aspetto principale: il desiderio di una coppia di voler ridare un papà e una mamma a un bambino orfano o abbandonato. Le decisioni dei giudici, che in entrambi i casi hanno scavalcato la legge italiana in materia, hanno invece di fatto aperto la strada dell’adozione a chiunque abbia voglia di diventare genitore. Basta avere un po’ di soldi da parte per affrontare il viaggio in uno di quei Paesi in cui l’adozione omosessuale o la maternità surrogata sono ammesse. Con buona pace del diritto dei bambini ad avere un padre e una madre.

Il turismo delle adozioni era già un fenomeno in atto da tempo. Coppie dello stesso sesso andavano nei Paesi in cui è possibile ricorrere alla pratica dell’utero in affitto, “commissionare” un figlio ottenuto grazie al materiale genetico di uno dei due componenti della coppia e poi ottenere l’adozione da parte del suo partner, autorizzata sempre dalla legge di un Paese straniero. Nonostante la maternità surrogata sia vietata dalla legge italiana. La recente sentenza del Tribunale di Firenze è andata oltre: ha approvato la trascrizione in Italia dell’adozione, portata a termine nel Regno Unito, di due gemellini da parte di una coppia omosessuale italiana residente in Gran Bretagna. In questo caso, i due minori non avevano alcun legame biologico con entrambi i neogenitori.

Proprio quest’ultima pronuncia, insieme a quella poco precedente del Tribunale di Trento che ha riconosciuto l’atto di nascita di un bambino con due padri omosessuali, ha a tutti gli effetti dato il via libera a quella che rischia di diventare una vera e propria moda del turismo adottivo. Se il nostro Paese, infatti, inizia a trascrivere, e quindi a legittimare, le adozioni avvenute all’estero da parte di cittadini italiani, è evidente che saranno in molti a voler seguire la stessa strada. E non si tratterà solo di coppie omosessuali, ma di tutte quelle categorie che la legge italiana esclude dall’accesso all’adozione: per esempio single e coppie di fatto.

Basterà recarsi all’estero e dimostrare, come già è previsto in Gran Bretagna o in Spagna, di essere residenti nel Paese da almeno due anni, di avere un contratto di affitto e di dimostrare una certa stabilità economica. Insomma, sarà sufficiente poterselo permettere dal punto di vista economico, per poter diventare genitori.

E il rischio è che non sia finita qui. Se l’Italia trascrive un’adozione avvenuta in altri Paesi da parte di cittadini italiani single, omosessuali o coppie di fatto, è prevedibile che anche chi appartiene a queste categorie e vive in Italia  si sentirà legittimato ad avanzare analoghe pretese.