170 milioni di bambini abbandonati nel mondo

Sbarchi. Nel silenzio dei mass media e nonostante il maltempo, continuano ad arrivare migranti sulle coste italiane: soccorse oltre 500 persone in 24 ore

Neppure il freddo attenua il flusso costante degli sbarchi di profughi che cercano un futuro migliore attraverso i ‘viaggi della speranza’ in gommone verso la Sicilia. Trasbordi di fortuna a rischio della vita, pagati a caro prezzo. Sempre più alto il rischio di naufragi con mareggiate in aumento e acque ormai gelide

Quasi nessuno ne parla più, come se la situazione di emergenza dei mesi scorsi fosse ormai dietro le spalle e tutto, nel canale di Sicilia, fosse ormai sotto controllo. E invece, nonostante il freddo, il maltempo e le mareggiate sempre più frequenti, a pochi giorni di distanza dall’inizio dell’inverno, non si arrestano i viaggi della speranza con i gommoni e gli sbarchi precari dei migranti che fuggono da guerre, carestie, povertà nei loro Paesi di origine.

L’ultima notizia, riportata dal Giornale di Sicilia, parla infatti di oltre 500 migranti salvati nelle ultime ore al largo della Libia in sei diverse operazioni di soccorso, coordinate dalla centrale operativa dela Guardia Costiera. Il recupero è avvenuto grazie all’intervento di una nave del dispositivo Eunavformed, un mercantile e unità delle organizzazioni non governative.

Altri 78 erano sbarcati poco ore prima nel porto di Pozzallo, a bordo della nave Olympic Comander di Frontex. Tra loro, 58 uomini di nazionalità tunisina e algerina, per il resto tutti minori e una sola donna.

Quello del rischio della vita a cui i profughi, soprattutto i più piccoli, in fuga sulle carrette del mare vanno incontro è e resta, dunque, un tema di grande attualità. Nonostante il disinteresse che ormai i mezzi di comunicazione sembrano manifestare rispetto a questo argomento, se è vero che i due passaggi essenziali discussi in questi giorni a livello governativo per cambiare lo status quomaggiori controlli delle frontiere nel deserto a sud della Libia e smantellamento di decine di ‘centri’ e prigioni gestite dalle organizzazioni criminali dei trafficanti, dove migliaia di migranti vivono in condizioni disumane – sono rimasti a margine delle notizie di queste settimane.

L’emergenza umanitaria che è prodotta dal fenomeno migratorio non è passata però inosservata da Papa Francesco. Il pontefice ha ricordato che “i migranti hanno bisogno certamente di buone leggi, di programmi di sviluppo, di organizzazione, ma hanno sempre bisogno anche e prima di tutto di amore, di amicizia, di vicinanza umana; hanno bisogno di essere ascoltati, guardati negli occhi, accompagnati; hanno bisogno di Dio. Nuovi volti di uomini, donne e bambini, segnati da tante forme di povertà e di violenza, stanno di nuovo davanti ai nostri occhi e attendono di trovare sulla loro strada mani tese e cuori accoglienti“.

Proprio quello che cerca di fare Ai.Bi. attraverso il progetto ‘Bambini in alto mare, con il quale è possibile aiutare concretamente, in Siria e in Italia, coloro che nel dramma della guerra sono i più deboli, fragili e indifesi: i bambini. Piccoli passi possibili, ma soprattutto concreti, per donare un sorriso ai minori stranieri non accompagnati che cercano appunto “mani tese e cuori accoglienti“, come ha detto il Papa, una volta arrivati nel nostro Paese.

Fonte: Giornale di Sicilia