adozione condivisa usa

Adozione aperta. Madre negli USA gira video per spiegare al figlio neonato che lo ama e che lo dà in adozione come gesto d’amore

In America sta crescendo questo fenomeno adottivo, praticato oggi dal 95% delle donne, che scelgono di affidare il proprio bimbo a un’altra coppia continuando però a frequentarlo nel tempo. Dibattito aperto tra il dubbio che quest’intreccio di relazioni possa dar vita a famiglie più ‘complicate’ e l’obiettivo di non far crescere il minore con il senso di essere stato rifiutato ‘in toto’ dai genitori biologici

adozione condivisa usaE’ stata una scelta difficile e travagliata, ma nella consapevolezza di voler dare alla luce il proprio neonato, per Hanna, una giovane donna americana, non c’era un’alternativa migliore: è per questo che la ragazza, rimasta incinta a 18 anni, ha scelto insieme al suo fidanzato di non abortire e di dare in adozione il figlio. Senza studi universitari e disoccupati, i due hanno pensato di fare la scelta migliore per il nascituro; un’opzione rafforzata ancor più dalla tragedia della prematura scomparsa, nel sonno, del fidanzato, poche settimane dopo aver saputo della gravidanza.

La giovane ha pensato di ricorrere a un tipo di adozione particolare, che negli USA sta prendendo sempre più piede: quella ‘aperta’ o ‘condivisa’, per la quale – dopo aver dato in adozione un figlio a un’altra coppia – i genitori biologici continuano comunque a frequentare sporadicamente o ad avere contatti di comunicazione con il figlio dato in adozione. Hanna Mongie, però, ha fatto di più: ha registrato un video in cui, tenendo il piccolo fra le braccia, gli ha spiegato le ragioni per le quali ha scelto di darlo in adozione: “Ho fatto questo video – racconta nel clip – perchè tu sappia quanto ti amo“. “Volevo dirti perchè ho deciso di darti ad altri genitori, l’ho fatto perchè tu capisca che sei sempre stato desiderato e mai rifiutato“.

Pur nel dolore per la scelta, la madre sottolinea rivolgendosi alla telecamera che “darti in adozione è la cosa più lontana da un gesto senza amore“: una scelta piena di affetto e ‘profumata di futuro’, in grado di regalare al piccolo un avvenire che lei non avrebbe in alcun modo potuto garantirgli.

Negli USA l’adozione ‘condivisa’ che ha scelto Hanna è oggi praticata dal 95% di chi decide di dare in adozione il proprio figlio; negli anni ’80 era al 36%. Secondo molti, questa opzione non è la più indicata, in quanto renderebbe le famiglie ‘più complicate’; ma per altri è invece un modo positivo, in quanto il figlio adottato non crescerà, come succede in moltissimi casi una volta saputo che i suoi genitori non sono quelli biologici, con il senso di essere stato rifiutato dalla madre e dal padre.

In ogni caso, nel raccontare la propria incredibile storia, Hanna spiega: “Ho adottato la sua intera famiglia nella mia, ci vogliamo tutti bene, la sua nuova mamma è la mia migliore amica“. “Mio figlio – conclude – è il motivo per cui amo Dio e la ragione perché amo così tanto Gesù, spero di riuscire a far capire a mio figlio quanto sono grata che sia diventato parte della mia vita“. Il dibattito su come reagirà il bebè, nel tempo, a questo tipo di scelta della madre, è e resta comunque apertissimo.

Fonte: Ilsussidiario.net