Non solo Bibbiano. La storia di Maddalena. Splendida testimone dell’accoglienza

L’intervento a “La vita in diretta”. Dopo l’infanzia in affido, l’adozione e poi l’insegnamento. Ai bambini

No, l’affido non è solo Bibbiano. Il mondo dell’accoglienza è ricco di storie meravigliose che attendono solo di essere raccontate e portate alla luce. Una di queste è quella di Maddalena che ha portato la sua testimonianza nella trasmissione televisiva di Rai Uno “La vita in diretta”, condotta da Tiberio Timperi.

Io sono stata donata alla mia famiglia. Ogni persona entrata in questa storia è stata un dono”, ha detto Maddalena. Un dono che, per lei, ha dato i suoi frutti. Dopo l’affido familiare in seguito all’allontanamento dalla madre naturale, per lei, è arrivata l’adozione. Un’esperienza positiva, che l’ha portata a dedicarsi, nella sua vita professionale, ai bambini. Maddalena infatti è oggi un’insegnante, oltre che una mamma. Maddalena è stata inoltre testimoniai del Progetto Donati, la campagna promossa dal Forum delle associazioni familiari per far conoscerei meccanismi e le finalità dell’affido. Tra le realtà che si occupano di affido, all’interno del Forum, c’è Ai.Bi. – Amici dei Bambini, che da oltre trent’anni combatte in Italia e nel mondo contro l’abbandono minorile.

“Nel mio percorso – ha raccontato – sono cresciuta in una famiglia affidataria che mi ha accompagnata e sostenuta nel rapporto con la mia mamma naturale e anche con i miei quattro fratelli, che ho conosciuto successivamente. Per me è stata un’esperienza educativa e credo possa esserlo per molti altri bambini. Per me è stato un dono avere dei genitori che non hanno tralasciato niente della mia storia e me l’hanno restituita pezzettino a pezzettino, a tempo debito. Grazie ai miei genitori affidatari, che hanno piantato un seme, questa storia mi ha dato occhi nuovi per vedere, nell’ambiente di lavoro o in famiglia: così anche la vita che oggi ho, la vedo con gratitudine. È un percorso della mia crescita, il frutto di un cammino. L’affido, nella mia storia, ha coinciso con la parola dono, un dono che è stato fatto a me, e che io sono stata per i miei genitori. Sono cresciuta con una coscienza chiara e serena della mia condizione. Raccontarla è anche un modo per restituire quello che ho ricevuto”.

“La mia vocazione a fare l’insegnante – ha poi aggiunto – non è un caso: il mio desiderio è donare ai bambini una speranza, un’accoglienza, anche nel mio modo d’educare”.