Ultimo giorno di scuola in presenza. Il Comitato Tecnico Scientifico dice no

Ma il viceministro Ascani non molla: “In un primo momento negati anche i centri estivi, poi giustamente hanno cambiato idea”

La speranza c’era. Salvare il rito dell’ultimo giorno di scuola. Un passaggio importante per molti bambini e studenti, necessario a salutare insegnanti e compagni dopo un anno particolarmente difficile. E invece no, il Comitato Tecnico Scientifico ha bocciato la proposta. A scuola gli alunni non ci torneranno, neppure per un giorno solo e nonostante ci si trovi nella Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Non se ne parla.

“Il coordinatore del CTS, Agostino Miozzo, avrebbe spiegato che ieri pomeriggio tutti i componenti del Comitato hanno deliberato negativamente sulla possibilità di trascorrere l’ultimo giorno dell’anno scolastico in classe”, racconta l’agenzia ANSA.

Ultimo giorno di scuola: il viceministro Ascani non molla

Nonostante la “doccia fredda” sulla proposta di cui si era fatta portavoce, il viceministro dell’Istruzione, Anna Ascani, appare tutt’ora possibilista. “Se il Comitato tecnico scientifico non ritiene sia abbastanza sicuro fare incontrare gli studenti delle classi terminali in piccoli gruppi nelle scuole, lavoreremo con gli enti locali e i territori per consentire di farlo all’aperto o in altri luoghi che possano essere adatti – ha detto – Tutto questo andrà fatto in sicurezza, su base volontaria per studenti e famiglie e tutelando la responsabilità di ciascuno. Individueremo spazi e modalità idonee“.

Scuola: per il DPCM nessuna attività didattica fino a metà giugno

C’è però un problema ulteriore. Nel DPCM del 17 maggio 2020, al comma 1 punto “q” dell’art.1 si specifica che “sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia (…) e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche” e nell’art. 11 (“Disposizioni finali”) dello stesso DPCM si evidenzia che “le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 18 maggio 2020 (…) e sono efficaci fino al 14 giugno 2020”. Ciò significa che, per le normative vigenti varate dal Governo, nessun tipo di attività didattica in presenza può tenersi fino alla metà del mese di giugno. Troppo tardi per l’ultimo giorno di scuola.

Ma il viceministro Ascani non molla: “In un primo momento il CTS aveva negato anche la possibilità dei centri estivi e poi ha giustamente cambiato idea”, spiega. Chi la avrà vinta? Lo dirà solo il tempo. Purtroppo non ne rimane molto.