Bonus nonni. Con pochi giorni di congedo parentale si annulla. Ma è giusto?

Se la proporzionalità non è contemplata. La situazione segnalata da una lettrice ad Avvenire

Recentemente l’INPS ha chiarito che il bonus baby sitter pensato per l’emergenza Coronavirus dal Governo ed esteso con il Decreto Rilancio, attualmente al vaglio del Parlamento, può essere esteso anche ai nonni o ai parenti, purché non conviventi con il nucleo famigliare interessato. Tuttavia, in una lettera al quotidiano Avvenire, viene spiegato che, nel concreto, l’incompatibilità del bonus con il congedo parentale lo rende tale anche per una fruizione minimale dello stesso.

“Mi sembra giusto – scrive la signora Maria Verdi – segnalare alcune incongruenze dei bonus per il Covid-19. Hanno esteso, da poco, il bonus baby sitting anche ai nonni. Io che sono una nonna e aiuto mia figlia che lavora da casa dalla metà di marzo, con due piccoli di 4 anni e mezzo e 12/15 mesi, (i bambini nel frattempo sono cresciuti), ho saputo che il bonus nonni mia figlia non lo può prendere, perché ha chiesto 2 giorni di permesso per congedo parentale Covid, per darmi la possibilità di riposare e fare un controllo medico. Mi sembra una cosa assurda, anche perché certe regole attuative escono dopo i decreti, e quindi può essere che prendi decisioni senza sapere come davvero regolarti…”.

Un’ingiustizia? Sembra condivisibile la replica del direttore del quotidiano, Marco Tarquinio: “Il problema che lei pone, gentile e cara signora Verdi, è vero e serio. Non mi abituo neppure io al fatto che, nel nostro Paese, decisive regole attuative di una data misura seguano spesso a distanza di tempo. Ma soprattutto trovo inconcepibile che tra il beneficio goduto – appena due giorni di congedo parentale, in questo caso – e il beneficio negato già quattro mesi di aiuto della nonna alla figlia e madre nella cura dei rispettivi nipoti e figli – molte volte non ci sia alcuna proporzione. Si può ovviamente obiettare sull’opportunità di un bonus baby sitter esteso anche ai nonni, in forza del chiarimento arrivato dall’INPS, ma una volta che la provvidenza è stabilita, anche a mio parere, la ragione per non riconoscerla dev’essere più che congrua”.