Congo. Il diritto al gioco. E a curarsi quando ci si fa male. Grazie all’Adozione a Distanza

Quando i bambini giocano può succedere di farsi male. Per fortuna, grazie al progetto portato avanti in Congo si può garantire l’assistenza medica. Anche grazie all’Adozione a Distanza

I bambini giocano, per fortuna. In tutto il mondo. È il loro mestiere. E come tutti i mestieri, anche il gioco comporta dei possibili rischi. Il più abituale sono le cadute: un ginocchio sbucciato, un bernoccolo in testa, quando va male, un osso che si rompe. E in questi casi, il contesto in cui capita può fare la differenza, perché è vero che rompersi un braccio è sempre un trauma, ma in molte parti del mondo, con una corsa in un vicino ospedale, può essere risolto in fretta. In altre, un “incidente di gioco” può tramutarsi in un grosso problema.

Il diritto all’assistenza medica sostenuta dall’Adozione a Distanza

Poteva esserlo, per esempio, per il piccolo Christophe, un bambino dell’orfanotrofio FED, nella Repubblica Democratica del Congo, che proprio giocando con gli altri bambini si è rotto un braccio. Per fortuna, grazie al fondo per le visite mediche e specialistiche previsto all’interno del progetto CAI “Dal nostro cuore a quello dell’Africa”, di cui Ai.Bi. è l’ente coordinatore, è stato possibile seguire Christophe per le radiografie e accompagnarlo per la medicazione necessaria. I consigli del medico consulente del progetto CAI ci hanno ben indirizzato verso la struttura ospedaliera capace di seguire il caso e, oggi, Christophe si sente bene.
E, con cautela, può tornare a fare il mestiere di tutti i bambini del mondo: giocare.

Chiunque può dare il suo contributo per portare avanti il progetto on Repubblica Democratica del Congo, con una donazione, oppure, per dare continuità al proprio impegno, attivando un’Adozione a Distanza per gli orfanotrofi della Repubblica Democratica Del Congo