Sud Africa: una ruota dell’abbandono tecnologica per prevenire l’abbandono di minori

Un congegno tecnologico “per la sicurezza dei bambini”, che permetterà ai genitori di lasciare in maniera anonima i neonati indesiderati, è questa l’ultima iniziativa messa in campo da un’organizzazione che lotta per la difesa dei minori abbandonati in Sud Africa.

Secondo recenti statistiche, nella sola provincia occidentale di Città del Capo, ogni anno circa 500 bambini vengono abbandonati e questo numero è in aumento. Alcuni vengono lasciati morire nelle discariche, avvolti in sacchetti per proteggerli o in bagni pubblici.

Questo nuovo congegno denominato “Safe Baby”, che è stato predisposto per la prima volta la settimana scorsa in un centro d’accoglienza di Città del Capo, è in acciaio, rivestito con pareti forate per la ventilazione ed è fornito di un materasso e una coperta. Quando un bambino viene posto all’interno, si attivano automaticamente le serrature di sicurezza e scatta un allarme presso una società di sicurezza. Viene trasmesso anche un messaggio ai cellulari di tre operatori della carità che vivono nelle vicinanze.

Kim Ferroli-Highfield, direttore del Out of Africa Children’s Fund, ha detto che è rimasta scioccata l’anno scorso quando è venuta a sapere quanti bambini sono stati abbandonati. “Sono andata alla polizia e mi hanno detto che lo vengono a sapere solo quando un cane sta portando un arto in bocca. Ero abbastanza terrorizzata e ho pensato che questa emergenza doveva essere affrontata”.

La donna, 52 anni, ha allora pensato alla “Safe baby” come soluzione alternativa. “Tutto quello che voglio è salvare i bambini” ha detto. “Io non voglio che la gente abbandoni i bambini nelle fogne”.

Ferroli-Highfield ha negato che la “scatola” predisposta a Table View, Città del Capo, avrebbe incoraggiato i genitori ad abbandonare più facilmente i loro figli. “Se vogliono abbandonare il bambino, lo fanno comunque. Se posso fermare uno tra quei 500, ho salvato almeno la vita di quel bambino. Ho quattro cassette di sicurezza in più, che attendono di essere utilizzate, se è quello che ci vuole per fermare l’assassinio di questi bambini”.

Alcuni gruppi a tutela dei diritti dei bambini hanno però descritto il sistema come fuorviante. Cheryl Pratley, direttore di Shepherd’s Keep, che si occupa anche di bambini abbandonati, ha dichiarato: “Sarebbe un’esperienza traumatica per un bambino sentirsi messo in una scatola. Preferisco vedere un bambino lasciato in ospedale nelle mani di qualcuno… piuttosto che essere lasciato in una scatola totalmente disumana”.

http://www.guardian.co.uk – 10/05