Adozioni Internazionali: crisi dei decreti di idoneità, ecco le 7 cause

Secondo il recente dossier ‘Bilancio demografico nazionale 2010′ dell’Istat, nel corso del 2010 in Italia sono nati 561.944 bambini, 6.913 in meno rispetto all’anno precedente, con un tasso di natalità che si attesta come il valore più basso dell’ultimo decennio.

Dati questi che devono far riflettere anche sull’attuale situazione delle Adozioni Internazionali nel nostro paese. Infatti, se da una parte cala la natalità e quindi la voglia o la capacità di fare figli, dall’altra parte si assiste ad un aumento costante dei minori abbandonati (secondo dati UNICEF nel 2010 sono 163 milioni i cosiddetti minori fuori famiglia).

In questo contesto, stando agli ultimi dati disponibili, si evidenzia purtroppo anche una diminuzione delle coppie disponibili all’adozione.

Il fatto che, dal 2006 le coppie disponibili all’adozione hanno iniziato a diminuire anno dopo anno è un dato che preoccupa. Se nel 2006 erano state 6.237 le famiglie pronte ad adottare, nel 2007 sono state 5.635, nel 2009 4.377 e via così, fino alle 3.548 coppie con decreto d’idoneità del 2010.

E’ dunque necessario indagare ed interrogarsi sulle cause di questa crisi:

1. Le difficoltà dell’adozione internazionale, il continuo parlar male, i tempi dell’attesa.

2. I costi eccessivi. Non è sufficiente ciò che è stato fatto, occorre fare di più per ridurre i costi. Sono troppe le coppie che rinunciano in partenza: ci sono delle proposte concrete per determinare economie di scala, attuando determinati modelli organizzativi sia in Italia che all’estero. Uno per tutti come esempio: i pagamenti a retribuzione fissa ai propri rappresentanti con l’eliminazione del cottimo.

3. La complessità dell’iter burocratico in Italia: ancora troppi tempi, troppi inutili passaggi, come la già accennata e anacronistica idoneità rilasciata dal tribunale dei minorenni.

4. Gli atteggiamenti ostili di alcuni tribunali, come ad esempio, quello di Roma, che continua, a tutt’oggi in “disprezzo della legge” ad emettere idoneità vincolate ad una certa età.

5. La “giungla” degli Enti Autorizzati e la loro grande diversità: ciò che è stato voluto come tentativo per aumentare le Adozioni Internazionali (più enti vengono autorizzati più adozioni internazionali si fanno) si è ritorto contro creando notevoli difficoltà ad iniziare dalla problematicità nella scelta degli enti da parte delle coppie.

6. Una recente e purtroppo sempre più diffusa cultura del “free child”, vivere senza i problemi causati dalla presenza di un figlio.

7. La “rigidità degli Enti Autorizzati”: certo in passato questa era una delle accuse che ci venivano rivolte, ma dovevamo svolgere – allora – un dovere di supplenza. Gli Enti Autorizzati ed i loro operatori erano gli unici esperti di Adozione Internazionale ed erano costretti a fare i conti con l’inesperienza, ma anche la tracotanza, di operatori sociali e magistrati che si accostavano, per la prima volta, al mondo delle Adozioni Internazionali.