Adozioni Internazionali, Frattini: la Colombia non è prioritaria per la politica estera italiana

La recente interrogazione parlamentare presentata dall’On. Aldo Di Biagio, in cui si evidenzia il mancato rispetto del principio di sussidiarietà da parte del governo italiano, nel caso specifico della Colombia, ha acceso il dibattito su una questione di grande attualità.

Una discussione, quella riguardante la mancanza di sinergia tra la politica estera e le adozioni internazionali, che ha coinvolto direttamente anche Ai.Bi. che già alcuni mesi fa aveva sollecitato il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, proprio sul caso Colombia.

Il Ministro, da parte sua, in una lettera di risposta indirizzata ad Ai.Bi., ha confermato in modo inequivocabile che la Colombia non è prioritaria per la politica estera italiana.

“Dobbiamo far fronte, come sa, al drastico ridimensionamento delle risorse destinate al settore. Nel 2009 i fondi del capitolo 2181 – con il quale la DGCS cofinanzia i progetti promossi dalle ONG – sono stati dimezzati, e nel prossimo esercizio finanziario se ne prevede un’ulteriore riduzione del 50%. La situazione descritta ha imposto peraltro la necessità di operare una difficile selezione tra le centinaia di proposte pervenute: si è scelto di utilizzare criteri oggettivi e rigorosi, come quello dell’appartenenza del Paese di intervento al novero di quelli individuati nelle priorità geografiche della Cooperazione Italiana, quali emergono nelle Linee Guida triennali. Come forse saprà, la Colombia non vi rientra più da alcuni anni.”

Ci si trova così in una situazione in cui, a parte i fondi messi a disposizione dalla CAI, senza dubbio utili ma comunque limitati e concessi a pioggia sui vari paesi, non vi è alcuna sinergia fra l’adozione internazionale e la politica estera dell’Italia.

Per cui si assiste al paradosso della Colombia di cui l’Italia è il primo paese per accoglienza di bambini adottati (nel 2010 sono stati adottati 592 minori), dove non è stato previsto alcun investimento in cooperazione da parte del MAE. E così per molti altri paesi ai primi posti per i minori adottati, come la Russia, l’Ucraina. Basta veder a riguardo le recenti “linee guida della cooperazione italiana” e notare come non vi sia alcuna connessione tra paesi “donatori di bambini” e paesi prioritari per la cooperazione. Quindi l’adozione internazionale è ben lungi dall’esser inserita in un progetto di cooperazione internazionale fondato sulla sussidiarietà.