Corno d’Africa: sono più di 500 mila i bambini a rischio

Non conosce tregua il Corno d’Africa colpito dalla peggiore siccità degli ultimi 60 anni: oltre due milioni di bambini sono gravemente malnutriti e 500mila di questi corrono il rischio di morire.

A dare l’allarme da Nairobi e’ stato il direttore esecutivo dell’Unicef, Anthony Lake, che in questi giorni ha viaggiato nella regione, visitando alcune dei campi profughi e delle zone maggiormente colpite.

Anche Benedetto XVI durante l’ultimo Angelus ha lanciato un appello a favore delle popolazioni di quelle regioni “Auspico – ha scandito Papa Ratzinger – che cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini e non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà”.

Quella in corso nel Corno d’Africa è la più grave emergenza umanitaria al mondo e la Somalia ne è lo sventurato epicentro. La regione meridionale del Paese è la più colpita: qui si concentra l’80% dei casi di malnutrizione. In alcune zone del Sud somalo, un bambino ogni tre è colpito da questo flagello.

I bambini gravemente malnutriti hanno 9 volte più probabilità di morire rispetto ai bambini sani. Tra gennaio e maggio 2011, l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno curato oltre 100.000 bambini affetti da malnutrizione acuta, attraverso gli 800 Centri nutrizionali sparsi in tutta la Somalia. Si sono registrati  tra loro 460 decessi (in media 90 al mese), con oltre l’86% dei casi di mortalità nelle regioni centrali e meridionali.

«Risolvere la carenza di cibo e di altre risorse per affrontare l’insicurezza alimentare nel Sud è quanto mai urgente, per alleviare l’impatto della crisi. Tuttavia, il cibo da solo non basta. I bambini e le loro famiglie hanno bisogno di servizi sanitari, acqua potabile, alimentazione e di un adeguato livello di cure e protezione”, ha ricordato Rozanne Chorlton, responsabile dell’Unicef in Somalia.