Affido: un bambino su tre resta nella famiglia più di 4 anni

Secondo i dati dell’ultimo monitoraggio promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in collaborazione con le regioni e le province autonome, e realizzato dal Centro nazionale di documentazione per l’infanzia, tra i minori in affido uno su tre resta nella famiglia affidataria più di 4 anni.

Una condizione, questa, che in Liguria e Sardegna riguarda oltre la metà dei minori in affido e quasi un bambino su due in Emilia Romagna e Puglia. Da segnalare comunque che tra il 1999 e il 2008 sono diminuiti i bambini e gli adolescenti in affidamento familiare da oltre due anni, passati dal 62,2% al 56%.

Rimane stabile l’affido dei più piccoli (0-5 anni) che passa dal 15,5% del 1999 al 15,8% del 2008. Calano invece gli affidi nella fascia d’età tra 6 e 10 anni dal 33% al 27%, mentre aumenta  quella dei 15-17enni che passa dal 20% a poco più del 27% del totale. Le bambine erano il 49% nel 1999 e sono il 48% nel 2008.  
 
Nelle strutture residenziali gli stranieri hanno sostituito gli italiani. Tra il 1998 e il 2008 l’incidenza è cresciuta dal 18% al 32%: poco meno di un bambino su tre. Si tratta, sottolinea il rapporto, “della più macroscopica trasformazione che l’operatività dei servizi ha dovuto affrontare nell’ultimo decennio”. Si è ridotta l’incidenza delle bambine passate dal 47% del 1999 al 36% del 2008, con realtà regionali in cui la prevalenza maschile ha superato il 60% degli accolti – Provincia di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sardegna. Sono cresciuti inoltre gli adolescenti prossimi alla maggiore età: l’incidenza dei 15-17enni accolti nei servizi è lievitata dal 31% del 1999 al 40% del 2008, con valori massimi riscontrati non a caso in Valle d’Aosta e nelle Marche in cui rispettivamente il 64% e il 57% degli accolti.